Il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, ha incontrato una delegazione di organizzatori di eventi, in particolare di matrimoni.
Un settore che conta oltre 50mila operatori economici e che dà lavoro a 500mila lavoratrici, lavoratori e professionisti in diverse categorie – fra le altre video/fotografia, sartoria e abbigliamento, catering e ristorazione, artigiani – fermo ormai da mesi, per il quale anche l’ultimo Decreto Riaperture del Governo non fissa alcuna data per la ripresa dell’attività.
Oggi hanno manifestato in diverse città italiane, riuniti sotto diverse sigle, fra cui Unanime (Unione nazionale associazioni matrimoni ed eventi), di cui fanno parte circa 15 associazioni di categoria, comprese Federmep (Federmatrimoni ed eventi privati) e Assoeventi di Confindustria, oltre a Feu (Filiera eventi unita), in collaborazione con ‘Insieme per il WEDDING’. E per l’Emilia-Romagna anche col supporto di Cna regionale.
Dopo il presidio davanti alla sede della Regione, a Bologna, l’incontro in Sala Giunta con il presidente Bonaccini, presenti Marilena Zambelli, capo delegazione Federmep Emilia-Romagna, Stefano Travasoni, delegato ai rapporti istituzionali sempre di Federmep, e Michele Cocchi di Cna Emilia-Romagna. Questi ultimi hanno presentato le tre richieste della loro piattaforma nazionale: approvazione immediata dei protocolli per la ripresa, linee guida per la sicurezza già definite; adozione di un calendario per la riapertura; ristori per le aziende del comparto, con l’incremento del fondo previsto dal Decreto Sostegni e l’istituzione di un capitolo ad hoc loro destinato nel Decreto Imprese.
Richieste che il presidente Bonaccini ha assicurato porterà all’attenzione del Governo: “Parliamo di un settore tra i più colpiti- sottolinea- al quale servono certezze sui tempi della ripresa, con l’indicazione di una data possibile, così come è stato fatto per molte altre attività nel Decreto Riaperture. Per poter organizzare eventi serve tempo, si coinvolgono imprese e famiglie. Auspico che si possa dare loro una prospettiva chiara, la più ravvicinata possibile, compatibilmente con l’andamento dell’epidemia e sulla base di protocolli che siamo pronti come Regione a rafforzare, se dovesse servire. Per quanto ci riguarda, stiamo valutando anche la possibilità di ristori regionali. Certo è che il tavolo di confronto in Regione resta aperto, pronti a fare tutto ciò che serva per la ripartenza del settore”.