Un importante riconoscimento per le istituzioni culturali reggiane. I Musei Civici di Reggio Emilia sono tra i progetti vincitori del Piano per l’Arte Contemporanea_PAC2024, con il progetto “ACACIA. Un intervento di Marco Maria Zanin nel Museo Gaetano Chierici di Paletnologia”. Il progetto è finanziato dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, che intende supportare e incoraggiare la qualità e la continuità dell’incremento delle collezioni pubbliche d’arte contemporanea.
Il finanziamento è di 83.500 euro e il progetto dei Musei Civici – curato da Irene Biolchini, Alessandro Gazzotti e Giada Pellegrini – è stato selezionato per l’innovatività, il rilevante interesse culturale dell’opera e per la coerenza della proposta in rapporto alle caratteristiche della collezione pubblica e della sede di destinazione.
L’opera site specific, composta da più elementi, dell’artista e antropologo Marco Maria Zanin, (Padova, 1983) sarà realizzata nel corso dei prossimi mesi in stretto dialogo con il museo Gaetano Chierici di Paletnologia del Palazzo dei Musei di Reggio Emilia in un ritmo che vuole, da un lato, attivare la collezione archeologica con nuove narrazioni e connessioni legate al contesto quotidiano; dall’altro offrire nuova vita a temi di attualità attraverso il dialogo con i simboli e le narrazioni dell’antico. Motore di questo confronto saranno stimoli estetici e affettivi che provengono dalla sfera personale dell’artista, riportata alla dimensione collettiva anche dalla tematica universalizzante del passaggio tra la vita e la morte.
Le opere di Marco Maria Zanin sono presenti in collezioni private e pubbliche tra cui MART, Museo Morandi, Fondazione Modena Arti Visive, Fondazione Brodbeck, Fondazione Alberto Peruzzo, MAM Rio de Janeiro, Salsali Museum Dubai.
Per la valorizzazione dell’opera Marco Maria Zanin è prevista una mostra in cui gli elementi saranno installati nella sala e nelle vetrine del museo in stretto dialogo con i reperti. Di particolare rilievo inoltre sarà il processo di produzione dell’opera che prevede il coinvolgimento di una rete di artigiani messa a disposizione dalla Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte di Milano.
Seguirà inoltre un ciclo di talk interdisciplinari sui temi dell’attivazione delle collezioni archeologiche attraverso l’arte contemporanea, sul valore dell’estetica e dell’intelligenza emotiva nella percezione del patrimonio collettivo e sull’artigianato come pratica relazionale dell’incontro, con l’obiettivo di rafforzare una rete interdisciplinare di operatori dentro e fuori il sistema dell’arte e incrementare la diffusione di modelli e buone pratiche sul Museo inteso come spazio collettivo di produzione di conoscenza.
Si tratta di un’importante opportunità per la città di Reggio Emilia e per i musei cittadini che potranno acquisire una nuova opera d’arte, in linea con il programma di incremento del patrimonio radicato nella propria mission. Le nuove acquisizioni avvengono per integrare le testimonianze artistiche che offrono una lettura critica dell’evoluzione della città e della sua comunità; suscitare l’interesse per il passato e il presente; coinvolgere nuovi pubblici; informare, intrattenere e ispirare in nuove forme. Negli anni sono state acquisite donazioni di artisti di rilievo nazionale e internazionale, tra cui Fabro, Morris, LeWitt, Mattiacci, Parmiggiani. Fontcuberta e altri.
Info: musei@comune.re.it
MUSEO “GAETANO CHIERICI” DI PALETNOLOGIA
Diretta espressione del lavoro culturale del fondatore, il sacerdote Gaetano Chierici, la collezione è preziosa testimonianza della scienza e della museologia del tardo Ottocento. Nel 1862 Chierici ordina il Gabinetto di Antichità Patrie, ampliato nel 1870 come Museo di Storia Patria, il cui nucleo fondamentale è la Collezione di Paletnologia. Conservata negli arredi e con l’ordinamento originari, essa rappresenta la più diretta espressione del lavoro di un paletnologo nell’età in cui la ricerca preistorica si afferma anche in Italia. La collezione si articola in tre serie. La prima riunisce i materiali archeologici della provincia di Reggio Emilia. Rimangono ad essa subordinate le due serie con materiali extraprovinciali, che illustrano rispettivamente l’archeologia di altre regioni d’Italia, e con quelli pertinenti a culture archeologiche ed etnologiche di altri paesi europei e di altri continenti. Una quarta sezione espone “sepolcri” trasportati intatti in Museo. Nella serie locale i materiali, esposti integralmente, sono ordinati entro sequenze cronologiche e suddivisi per provenienza, per materia, per tecnologia, per tipologia. In questo metodo di lavoro, di impronta positivistica, si valorizzano gli apporti della Geologia, delle Scienze Naturali, dell’Antropologia. Alla morte del suo fondatore (1886) la Collezione fu ribattezzata Museo “Gaetano Chierici” di Paletnologia.