Riqualificazione e messa in sicurezza delle scuole; manutenzione e adeguamento della viabilità e del verde pubblico; restauro di palazzi pubblici, monumenti, chiese, impianti sportivi.
A nemmeno cinque mesi dall’apertura dei termini per la presentazione dei progetti, a inizio ottobre, prende avvio il Programma straordinario di investimenti per le aree più colpite dalla prima ondata epidemica in Emilia-Romagna: le province di Rimini e Piacenza, ex zone arancioni nella scorsa primavera, e – nel bolognese – il comune di Medicina, che venne chiuso come zona rossa.
Il programma è stato presentato oggi a Bologna in videoconferenza stampa dal presidente della Regione Stefano Bonaccini. Presenti il sottosegretario alla Presidenza Davide Baruffi, il sindaco di Medicina Matteo Montanari e in collegamento la presidente della Provincia di Piacenza Patrizia Barbieri e il presidente della Provincia di Rimini Riziero Santi.
In totale sono 116 gli interventi decisi direttamente nei territori interessati – almeno uno per ogni Comune – e sostenuti dalla Regione, sulla base di criteri concertati nell’ambito delle Conferenze territoriali, secondo i principi della programmazione negoziata per la determinazione del fabbisogno delle comunità locali, della priorità degli investimenti, dei risultati attesi. A disposizione ci sono 26 milioni di euro stanziati dalla Regione: 12,5 milioni ciascuna per le province di Piacenza e Rimini e 1 milioni di euro per il Comune di Medicina. Risorse – con contributi compresi in media tra l’80 e il 95% del costo ammissibile – che generano un investimento complessivo di quasi 35 milioni di euro.
Progetti immediatamente cantierabili, in grado di dare in tempi brevi risposte a bisogni reali dei territori e, allo stesso tempo, sostenere la creazione di posti di lavoro e spingere sulla crescita sostenibile. Il tutto attraverso una stretta collaborazione tra la Regione e le stesse Istituzioni locali, che hanno condiviso obiettivi e modalità di intervento, così come previsto dalla legge regionale 5/2018 (“Norme in materia di interventi territoriali per lo sviluppo integrato degli ambiti locali”), la cornice normativa che ha visto l’attuazione del programma straordinario per le aree più colpite dall’emergenza Covid nella prima fase. Un programma straordinario da 40 milioni di euro complessivi, allargato anche alle aree montane di tutte le altre province e a quelle interne del Basso ferrarese, cui vanno 14 milioni: anche su questi progetti l’intesa è ormai vicina e verranno presto presentati.
“In questi giorni, un anno fa, la pandemia iniziava a diffondersi nel nostro Paese, prendendo il via nel lodigiano, a pochissimi chilometri dalla provincia di Piacenza- afferma il presidente della Regione, Stefano Bonaccini-. L’Emilia-Romagna, vicinissima a quell’epicentro, è stata per mesi fra le regioni più colpite, pagando un prezzo in vite umane e sofferenza che non potrà mai essere dimenticato. Il nostro primo pensiero continua ad andare a chi non c’è più e ai familiari. Abbiamo gestito l’emergenza sanitaria senza mai smettere di guardare avanti, compresa la decisione di recarci nelle aree più colpite, stare vicino a sindaci e amministratori locali, ascoltarli e decidere insieme prima lo stanziamento di fondi direttamente dal bilancio regionale, poi i progetti da finanziare, purché cantierabili in tempi rapidi e utili alle comunità. E insieme dimostriamo ora che si può fare bene e rapidamente, rispettando l’impegno preso coi cittadini delle province di Piacenza e Rimini, dove limitammo spostamenti e attività produttive, e di Medicina, che chiudemmo totalmente. Nessun finanziamento a pioggia, dunque, ma un piano complessivo per mobilitare risorse per la ripartenza, che coinvolge anche la montagna e le aree interne, seguendo anche l’indirizzo votato dall’Assemblea legislativa regionale. Continuiamo a combattere il Covid, potendo ora contare anche sul vaccino, e l’impegno sul fronte sanitario resta prioritario. Allo stesso tempo, però, non arretriamo sul fronte economico e sociale, per garantire la tenuta dell’intera comunità regionale, seguendo la strada tracciata nel nuovo Patto per il Lavoro e per il Clima firmato in Emilia-Romagna con tutte le parti sociali”.
Medicina: il recupero di un Palazzo luogo dell’identità cittadina
Insieme alla frazione di Ganzanigo, è stata zona rossa dal 16 marzo al 3 aprile 2010. Il Comune ha definito il progetto per il restauro di un’ala dello storico “Palazzo della Comunità”, attualmente sede della Biblioteca, del Museo Civico e di alcuni uffici comunali: 1 milione di euro il contributo della Regione a fronte di un costo complessivo di 1 milione 447 mila euro. Situato nel centro storico, dal XVI secolo è la casa dell’amministrazione municipale, poi della Partecipanza, ed è uno dei luoghi identitari di Medicina. Il progetto finanziato prevede il restauro di un’ala dell’edificio all’angolo delle Vie Pillio e Cuscini, che versa in stato di abbandono e degrado, con il rifacimento della copertura ed il consolidamento delle murature, la divisione interna degli spazi per ospitare gli uffici comunali ed un archivio.
Le province di Piacenza e Rimini (e a breve la montagna e le aree interne del Basso ferrarese)
Oltre al comune di Medicina, il “Programma straordinario di investimenti per i territori colpiti dalla pandemia e aree montane e interne”, riguarda dunque anche le province di Rimini, con uno stanziamento di 12,5 milioni di euro (per l’esattezza 12.496.331 euro), 54 progetti finanziati e un investimento complessivo di oltre 16,8 milioni di euro (16.818.018), e Piacenza: anche in questo caso il finanziamento regionale sfiora i 12,5 milioni di euro (per l’esattezza 12.441.733 euro), per 61 progetti e un investimento di oltre 16,4 milioni di euro (16.420.944).
Ma le risorse stanziate dalla Regione arrivano a 40 milioni di euro, considerando anche i 14 milioni di euro per le aree montane delle altre province di Parma, Reggio Emilia, Modena, Bologna, Ravenna, Forlì-Cesena e per le aree internedel Basso Ferrarese: per questi ulteriori territori, gli atti sui progetti finanziati verranno formalizzati nell’arco di pochi giorni.
A poco più di quattro mesi dall’atto di indirizzo votato in Assemblea legislativa, è entrato dunque nella fase operativa uno dei provvedimenti voluti dalla Giunta regionale per le aree più duramente messe alla prova dalla pandemia.