Profonde radici nel territorio, capaci di innovare e creare nuova e buona occupazione. Resilienti nell’affrontare le crisi, portatrici di una visione di lungo periodo che sostiene crescita economica, sviluppo sociale e responsabilità ambientale. Con un fatturato di 33,7 miliardi di euro, con 4.548 imprese cooperative e oltre 235.000 addetti rappresentano il 13,5% dell’occupazione emiliano-romagnola: quasi il 30% del fatturato del settore in Italia è made in Emilia-Romagna.
È la fotografia del settore cooperativo in Emilia-Romagna emersa dal 3° Rapporto biennale sulla Cooperazione 2020-2021, presentato oggi durante la quinta Conferenza regionale della cooperazione, incentrata sul ‘Ruolo della cooperazione nello sviluppo di una società sempre più sostenibile e inclusiva’ che si è svolta oggi, a Bologna, nella sede della Regione.
L’appuntamento si inserisce nella celebrazione di domani 2 luglio, Giornata internazionale della cooperazione, dedicata quest’anno al contributo che il sistema cooperativo mondiale può dare al raggiungimento, entro il 2030, dei diciassette obiettivi di sviluppo sostenibile indicati dall’Onu per contrastare la povertà, combattere il cambiamento climatico e garantire l’uguaglianza e l’inclusione di tutti. L’iniziativa, istituita nel 1994 dall’Onu in coincidenza dell’International Cooperative Day dell’Alleanza internazionale delle cooperative (International Co-operative Alliance), si celebra dal 1923.
Tematiche si innestano con quelle previste nel Patto per il lavoro e per il clima della Regione che delinea le filiere strategiche per lo sviluppo del territorio nonché le traiettorie di una sostenibilità ambientale e sociale in grado di creare buona occupazione.
“La cooperazione- affermano il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, e l’assessore regionale allo Sviluppo economico e Lavoro, Vincenzo Colla- rappresenta una componente strategica, storica e identitaria della nostra terra, contribuendo anche alla tutela e al rafforzamento dei diritti dei lavoratori. Con i suoi principi e i suoi di valori etici, rappresenta un partner strategico per rilanciare l’economia e raggiungere l’obiettivo comune di costruire prospettive durevoli per le generazioni future”.
La cooperazione in Emilia-Romagna
Guardando ai dati delle imprese e dell’occupazione la cooperazione emiliano-romagnola sembra aver accusato maggiormente il periodo pandemico rispetto al resto della regione. Dal 2019 a inizio 2022 le cooperative sono diminuite del 7,4 per cento, a fronte di una tenuta del tessuto produttivo regionale; nello stesso periodo gli addetti hanno registrato una flessione del 3,1 per cento in contrapposizione alla crescita degli addetti delle imprese con altra forma giuridica. La Regione ha supportato le cooperative con una pluralità di azioni e interventi, tra cui attraverso i ‘Programmi integrati di sviluppo e promozione cooperativa’, realizzati in collaborazione con le associazioni cooperative maggiormente rappresentative. Tra il 2018 e il 2022, le imprese cooperative sono state, inoltre, beneficiarie, escluso il settore agricolo, di contributi per 15,4 milioni di euro a fondo perduto: di queste risorse una parte significativa è relativa a contributi concessi ad alcune grandi cooperative industriali nell’ambito degli interventi per l’insediamento e lo sviluppo delle imprese, la legge n.14/2014 sulla attrattività. Con gli strumenti finanziari per l’accesso al credito, messi a punto o intermediati dalla Regione, sono stati attivati circa 64 milioni di euro di investimento.
“Il modello cooperativo- sottolineano Bonaccini e Colla- con il suo sistema imprenditoriale virtuoso e sostenibile, può contribuire alla nascita e diffusione delle comunità energetiche rinnovabili e l’autoconsumo su cui questa Regione, prima in Italia, ha da poco legiferato. Inoltre, la logistica cooperativa può contribuire alla transizione sostenibile, in piena sintonia con uno degli obiettivi del PNRR, che riguarda la riduzione delle emissioni connesse all’attività di movimentazione delle merci”. “Sul nostro territorio sono in arrivo risorse mai viste nella storia recente. Non solo quelle del Pnrr per rinnovare e rilanciare il Paese, ma anche quelle ingenti messe a disposizione dal Programma regionale Fesr e Fse+ 2021-2027. Fondi europei, direttamente gestiti dalla Regione, che passano da 1,4 a 2,1 miliardi di euro e offriranno l’opportunità di sviluppare progetti anche da parte della cooperazione, promuovendo- chiudono- ricerca, innovazione e competitività al fine di accrescere l’attrattività e lo sviluppo territoriale”.