Un futuro che è già dietro l’angolo e che dovrà essere sempre più sostenibile. Vale 150 milioni di euro e oltre 6mila interventi l’impegno della Regione per la tutela e la valorizzazione dei 159 siti della Rete Natura 2000, tra 2021 e 2027.
Al centro la salvaguardia della biodiversità, di habitat e specie animali e vegetali che appaiono sempre più minacciati dall’attività umana.
E un’ agenda di priorità e obiettivi – messi nero su bianco – che nel prossimo settennato dovranno tradursi in azioni concrete di salvaguardia, regolamentazione, monitoraggio, formazione e divulgazione.
Qualche esempio: interventi di ampliamento della rete ecologica regionale (la rete cioè che collega le aree protette e i siti Natura 2000) e di miglioramento ambientale e forestale; incentivi e indennizzi per un’agricoltura sempre più attenta alla biodiversità; promozione della pesca sostenibile. Senza dimenticare la comunicazione: per far conoscere questo importante patrimonio e valorizzarlo anche in chiave turistica.
Il tutto a beneficio di un vero e proprio corridoio ecologico che in Emilia-Romagna interessa – tra Rimini e Piacenza – un’area di oltre 300 mila ettari.
Lo strumento, il Paf – ovvero Prioritised Action Frameworks – un documento di programmazione previsto dalla Commissione europea e approvato dalla Giunta regionale.
Un documento che è parte integrante del nuovo ciclo di programmazione dei Fondi europei per il 2021-2027: oltre 2 miliardi di euro per il territorio emiliano-romagnolo, 780 milioni in più rispetto al settennato precedente.
“Il Paf è un documento strategico che, ancora una volta, ribadisce l’attenzione e l’impegno della Regione Emilia Romagna per l’ambiente – spiega l’assessora a Montagna, Parchi, Forestazione e Programmazione territoriale e paesaggistica Barbara Lori -. Di fatto individua un piano di azioni prioritarie per la tutela e la valorizzazione della Rete Natura 2000, un patrimonio green in cui crediamo e che necessita di interventi essenziali a partire dalla conservazione di habitat e biodiversità. Un piano di azioni obbligatorio, previsto dalla UE, che impegna la Regione anche in vista della programmazione 2021-2027, mette al centro le politiche per l’ambiente e ne definisce le priorità di intervento. Fondamentale è stato il confronto interno con tutti gli assessorati e i servizi che a vario titolo, ciascuno per la propria parte, hanno contribuito a individuare i fondi più adatti a finanziare le misure di conservazione”.
Al primo posto nell’agenda dell’Assessorato regionale vi sono gli interventi relativi a “boschi e foreste”, seguite da quelli su “fiumi e laghi”. Ma gli habitat interessati sono numerosi: “formazioni erbose”, “altri agro-sistemi”, “brughiere e sottobosco”; “acque marine costiere”, “torbiere, paludi e altre zone umide”, “habitat rocciosi, dune e terreni a bassa densità di vegetazione”, per ricordare i principali.
Per la maggior parte – 49%- si tratta di interventi di tutela attiva, con un costo stimato che supera il 60% del totale.
I siti della Rete Natura 2000 per provincia
Regolata da due successive direttive europee – la direttiva “Habitat” e la direttiva “Uccelli” – la Rete Natura 2000 è una realtà consolidata, che insieme ai Parchi, alle Riserve naturali, alle Aree di riequilibrio ecologico, ai Paesaggi naturali e semi naturali protetti, costituisce quel sistema regionale delle aree protette che tutela il 16% del territorio regionale.
La provincia con il maggior numero di siti è quella di Bologna, primato che tuttavia passa a quella di Ferrara considerando l’estensione in ettari.
Nel dettaglio: sono 24 i siti sono in provincia di Bologna (41.891 ettari); 23 in provincia di Reggio Emilia (31.523 ettari); 22 in quella di Parma (32.725 ettari) e altrettanti in quella di Ravenna (20.770 ettari). Seguono: il Modenese con 17 siti (25.051 ettari); il Ferrarese con 16 (82.349 ettari); la provincia di Forlì-Cesena con 15 siti (29.629 ettari), quella di Piacenza con 14 (27.201 ettari). Infine il Riminese conta 6 Siti di Rete Natura 2000 per complessivi 10.622 ettari.