Base d’asta 250 euro. Questi sono i termini della vendita all’asta annunciata dall’Istituto Vendite Giudiziarie di Modena. Oggetto dell’asta, però, non è un’autovettura, un televisore o un’immobile, bensì 57 individui, nello specifico 57 asini.
A seguito del fallimento di un imprenditore del Comune di San Possidonio (MO) che voleva condurre un’attività di produzione di latte d’asina, i 57 asinelli rimasti in azienda, di cui solo 8 non macellabili, sono stati messi all’asta per pagare i creditori, alla stregua di un terreno o di un edificio.
Ben 49 animali, dunque, dopo essere stati acquistati a basso prezzo (la base d’asta è di € 250 ad animale) potranno essere macellati.
Questo caso pone in evidenza un problema molto serio: la vendita degli animali all’asta è una procedura obsoleta che rischia addirittura di rimettere gli animali in mano chi vorrà macellarli, così consentendo il protrarsi di situazioni di sofferenza e sfruttamento.
Il problema, di non poco conto, è anche il principio antropocentrico radicato all’interno del codice civile, che, se da un lato vede gli animali esseri senzienti, dall’altro, ancora li considera delle res.
L’essere senziente animale è dunque considerato solo il beneficiario della tutela apprestata dal diritto e non il titolare di un diritto alla tutela giuridica.
Ad ogni modo, questa visione antropocentrica non impedisce di intervenire per chiedere maggiori tutele per gli animali e per questo, posto che gli animali non sono oggetti né beni immobili, “Chiediamo che tutti gli asini siano classificati come non macellabili” conclude la LAV “e che in futuro tutti gli animali, esseri senzienti e non oggetti, vengano esclusi dalle vendite giudiziarie ed affidati ad associazioni per la loro collocazione al di fuori di logiche di sfruttamento.”
Inoltre, sono molti i cittadini o le associazioni che negli scorsi giorni si sono fatti avanti dando la loro disponibilità ad accogliere uno o più asinelli, e chiedendo alla LAV di salvare la vita di questi animali, “colpevoli” solo di avere un valore economico e di essere quindi stati usati come merce per pagare i creditori di un fallimento.
Per questi motivi “insistiamo nel chiedere che l’Istituto Vendite Giudiziarie di Modena blocchi l’asta e che gli animali vengano ceduti a chi possa prendersi cura di loro, evitando così che, esseri senzienti, dopo esser trattati alla stregua di oggetti, vengano anche macellati” dichiara la LAV.
Inoltre, chiediamo al ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti e al ministro della Giustizia Carlo Nordio di revocare l’asta e di dichiarare tutti e 57 gli asini non destinati alla produzione alimentare (non DPA), affinché questi animali vengano ceduti a chi possa accudirli rispettando le loro caratteristiche etologiche.