Con 8.532 iscrizioni e 9.788 cessazioni i primi tre mesi del 2024 si chiudono con un saldo 1.259 imprese in meno in regione rispetto al 31 dicembre 2023. Saldo che, seppur negativo, ha un’ampiezza che non arriva alla metà di quelle registrate negli anni fino al 2020.
Riduce la base imprenditoriale l’agricoltura (-729), il commercio (-736), l’industria (-241). Annullata la crescita delle imprese di costruzioni (-19). Sostanzialmente invariata la base imprenditoriale dei servizi che non sono commercio.
Sono sempre di più le società di capitali (+862) mentre continua la riduzione delle forme più semplici di impresa (ditte individuali -1.188).
È quanto emerge dalle elaborazioni di Unioncamere Emilia-Romagna sui dati del Registro imprese delle Camere di commercio.
Iscrizioni e cessazioni
Con 8.532 iscrizioni e 9.788 cessazioni i primi tre mesi del 2024 si chiudono con un saldo 1.259 imprese in meno in regione rispetto al 31 dicembre 2023. Saldo che, seppur negativo, ha un’ampiezza che non arriva alla metà di quelle degli anni sino al 2020.
Dal 1° gennaio ogni giorno in Emilia-Romagna hanno avviato l’attività mediamente 94 imprese, ritmo invariato rispetto ai primi tre mesi del 2023, pari ad un tasso di natalità dell’1,9%. Il numero delle iscrizioni risulta al di sotto dei livelli medi di oltre sette anni fa, quando le iscrizioni erano attorno alle 9 mila.
Sono aumentate le cessazioni: 9.788, mediamente più di 107 al giorno, in chiaro aumento rispetto alle 9.281 registrate nei primi tre mesi del 2023, ma sono consistenze sensibilmente inferiori rispetto a quelle rilevate fino all’anno 2020, quando erano mediamente attorno alle 11 mila.
I valori di iscrizioni e cessazioni danno come risultato un tasso demografico del -0.29%. Nelle principali regioni del Nord-Italia il risultato è stato più pesante in Piemonte (-0,46%) e in Veneto (-0,32%), mentre è stato più contenuto in Lombardia (-0,11%). La media nazionale è stata di -0,18%.
I settori di attività economica
L’agricoltura, silvicoltura e pesca ha avuto un saldo negativo di 729 imprese (-1,4%), il più ampio registrato nel primo trimestre negli ultimi quattro anni. La variazione è stata determinata dall’agricoltura (-660 unità, -1,3%), un settore nel quale le piccole imprese sono in difficoltà a livello europeo, e dalla pesca e acquacoltura (-3%), sulla quale pesano i costi dei carburanti e gli effetti dei mutamenti ambientali.
Nell’industria è in corso da lungo tempo un processo di concentrazione aziendale che nel trimestre ha prodotto un saldo leggermente negativo (-241 imprese, -0,5%), valore che è il maggiore dal 2021. Tra i sotto settori della manifattura solo uno ha più iscrizioni che cessazioni in entità apprezzabile: quello della riparazione e manutenzione di macchine (+31 unità, +0,8%).
Il principale contributo negativo è venuto ancora una volta dall’industria della moda (-82 imprese, -1,4%), risultato che è derivato in particolare dalle imprese del comparto delle confezioni (-58 unità, -1,3%).
Altro apporto notevole al processo di concentrazione tra i comparti della manifattura è venuto dal fondamentale settore della fabbricazione di macchinari e apparecchiature nca (-60 imprese, -1,4%).
L’industria del legno ha avuto una riduzione, meno consistente ma più rapida (-34 imprese, -1,8%) e l’industria alimentare, un settore conosciuto per la sua stabilità che ha registrato un lieve saldo negativo (-29 imprese, -0,6%).
Gli effetti della revisione dei bonus iniziano a riflettersi sul numero delle imprese delle costruzioni: nei primi tre mesi del 2024 la differenza fra iscrizioni e cessazioni è risultata sostanzialmente nulla (-19 imprese), quando due anni fa il tasso di crescita demografico era del +0,7%. Dopo tre anni e nove mesi di crescita, le imprese che effettuano lavori di costruzione specializzati, che sono quelle più attive nelle ristrutturazioni e nei piccoli interventi, hanno avuto ancora un nuovo saldo positivo (+92 unità, +0,2%), mentre il risultato delle imprese di costruzione edifici è risultato nuovamente negativo con un’accelerazione rispetto al 2023 (-69 unità, -0,4%).
Per il complesso dei servizi il saldo è di -255 unità (-0,1%), dato un po’ più lieve di quello dello stesso periodo dello scorso anno.
Ancora una volta il risultato del commercio all’ingrosso e al dettaglio e della riparazione di autoveicoli e motocicli è stato di gran lunga quello più pesante (-736 unità, -0,8%), in peggioramento rispetto agli stessi mesi del 2023, ma ben lontano dall’intensità dei segni rossi registrati nel biennio 2019-2020.
Valori simili per commercio al dettaglio (-398 unità, -0,9%) e commercio all’ingrosso (-378 unità, -1,1%), con un’accelerazione della tendenza negativa che riflette per il primo trimestre il risultato più pesante dal 2020.
Al contrario le imprese del commercio e riparazione di autoveicoli e motocicli hanno avuto un risultato positivo nel primo trimestre per la prima volta dal 2019 (+40 unità, +0,3%).
Nei servizi il secondo segno negativo per ampiezza è venuto dal trasporto e magazzinaggio (-79 unità, -0,6%), dove a ridursi è solo il trasporto terrestre (-97 unità, -0,9%).
In flessione anche le altre attività dei servizi (-40 unità, -0,2%), dove diminuiscono soprattutto le altre attività di servizi alla persona e i servizi di riparazione di computer e di beni per uso personale.
Per i servizi di alloggio e ristorazione si è rilevato un modesto risultato negativo per le imprese della ristorazione (-98 unità, -0,3%) e un rapido andamento positivo per le imprese dell’alloggio (+81 imprese, +1,5%).
In aumento le attività professionali, scientifiche e tecniche (+108 unità, +0,6%) soprattutto per la crescita delle attività di direzione aziendale e di consulenza gestionale (+84 unità, +1,2%).
Cresce anche l’aggregato del noleggio, delle agenzie di viaggio e dei servizi di supporto alle imprese (+102 unità, +0,7%), tornato a crescere ai ritmi più elevati dal 2018. Merito dei servizi per edifici e paesaggio (+99 unità, +1,6%), che comprendono le imprese di pulizie e giardinaggio. In aumento anche le attività di supporto per le funzioni d’ufficio e di altri servizi di supporto alle imprese (+28 unità, +0,5%), che comprendono, tra l’altro, i call center, le agenzie di recupero crediti e la spedizione di materiale propagandistico, anche se le attività di noleggio e leasing operativo hanno prodotto un saldo negativo.
Aumenta il numero delle attività finanziarie e assicurative (+82 unità, +0,8%), risultato della forte crescita delle attività dei servizi finanziari escluse le assicurazioni (+73 unità, +3,2%).
L’andamento per forma giuridica
Crescono solo le società di capitale (+862 unità, +0,7%), con il passo sostenuto mostrato già nell’inverno del 2023.
L’attrattività della normativa sulle srl semplificate continua a ridurre il numero delle società di persone (-788 unità, -1%).
Diminuiscono le ditte individuali (-1.188 unità, -0,5%), con un risultato che si è appesantito rispetto al primo trimestre del 2023.
Tendenza in contrazione anche per le società costituite con altre forme giuridiche prevalentemente cooperative e consorzi (-92 unità, -0,8% per cento), risultato lievemente accentuato rispetto ai primi tre mesi del 2023.
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