MILANO (ITALPRESS) – Una caduta sul braccio oppure uno sforzo eccessivo sono spesso le cause della lesione dei tendini della cuffia dei rotatori, uno dei più comuni problemi che colpisce la spalla. La cuffia dei rotatori è un complesso formato da quattro tendini e dai rispettivi muscoli che costituiscono una vera e propria cuffia che circonda la testa dell’omero. Oltre agli eventi traumatici, la lesione può essere conseguenza di un assottigliamento dei tendini causato dall’età. In questo caso, il dolore non è acuto e improvviso ma di intensità variabile e spesso notturno. Nei pazienti al di sotto dei 30 anni, invece, il problema alla spalla più comune è la cosiddetta instabilità gleno-omerale che può portare anche alla lussazione, spesso conseguenza di un trauma. Questo è uno dei temi affrontati da Alessandro Castagna, responsabile di Ortopedia della spalla dell’Istituto clinico Humanitas di Rozzano (Milano), intervistato da Marco Klinger, per Medicina Top, il nuovo format tv dell’agenzia di stampa Italpress.
“La spalla – ha spiegato Castagna – è un’articolazione che può fare male, anche molto. Quando succede ce ne accorgiamo perchè questo condiziona la qualità della vita. Il dolore tipicamente è localizzato a livello della zona del deltoide, quando c’è questo sintomo deve venire qualche sospetto per andare ad approfondire l’argomento”. Per Castagna “quando il dolore comincia a durare più di qualche giorno, si ripresenta, disturba il riposo notturno e limita la funzione è opportuno approfondire senza perdere troppo tempo. Se abbiamo una perdita di funzione molto significativa, un dolore che impedisce di condurre una vita normale – ha aggiunto – si corre subito per un consulto e un parere”.
“La spalla – ha evidenziato – è un sistema molto complesso ed è un’articolazione molto mobile. Questo fa sì che sia anche poco stabile. Circa il 3% della popolazione di sana e robusta costituzione si lussa la spalla nella sua vita e negli atleti di contatto si arriva al 15-16%”.
Sulla lesione dei tendini della cuffia dei rotatori, ha spiegato: “Sono i tendini dei quattro muscoli che partono dalla scapola, avvolgono come una cuffia la testa dell’omero e lo muovono nello spazio sui vari piani. Sono quattro – ha proseguito – ma basta che uno o uno e mezzo si rompano e immediatamente la funzione decade e il dolore aumenta molto”.
Per Castagna “una lesione di piccole e medie dimensioni e recente può essere trattata brillantemente con tecniche mini-invasive con ottimi risultati”. Quando si aspetta troppo, però, si può arrivare “al punto che noi chirurghi – ha spiegato – diciamo di non operarsi perchè non avrebbe alcun beneficio”.
C’è anche la riabilitazione. “La buona riabilitazione – ha sottolineato – è di grande aiuto alla spalla: sia per quella che viene operata per recuperare la funzione sia per quella che non viene operata, la fisioterapia è importante. I muscoli che agiscono attorno alla spalla quando muoviamo l’arto superiore sono 21. Questo significa che abbiamo un margine molto ampio di compenso funzionale”.
C’è una predisposizione ad avere danni di questo genere? “Esistono – ha affermato – condizioni costituzionali come la lassità e una patologia del collagene nel suo insieme ma, senza arrivare a questi estremi, generalmente è l’usura che porta al consumo delle strutture e al loro cedimento”.
Il responsabile di Ortopedia della spalla dell’Istituto Humanitas si è soffermato anche sull’artroscopia. “Ci permette – ha spiegato – di vedere le strutture, oggi ad alta definizione e a colori, con un piccolo tubicino di fibre ottiche dentro l’articolazione, fare un bilancio articolare, una diagnosi e decidere un trattamento chirurgico. Non tutte le chirurgie possono essere eseguite in artroscopia ma è uno strumento meraviglioso per capire la patologia e per trattarla”.
Cosa fare per prevenire i problemi alla spalla? “Per chi fa sport esiste una preparazione specifica per la spalla”, ha evidenziato, parlando di “prevenzione” ma anche di “un uso che tenga sempre conto che esistono dei limiti di progetto delle articolazioni oltre i quali non dovremmo spingerci”.
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