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Lo sport va in montagna e produce sviluppo. La Regione fa il punto a Castelnovo ne’ Monti
Bonaccini, Capovilla e Razzoli

Lo sport in montagna, lo sport per la montagna.  Perché eventi e manifestazioni sportive possono dare un contributo importante alla crescita dei territori appenninici, con ricadute importanti sul piano economico, turistico e sociale.

Lo conferma una ricerca promossa dalla Regione che ha calcolato il “valore” generato da 16 eventi che nel 2022 si sono svolti in località appenniniche dell’Emilia-Romagna o le hanno attraversate, coinvolgendo anche altre aree del territorio regionale: a fronte di un investimento da parte della Regione di 800mila euro, l’indotto è stato di 11,6 milioni di euro. Il che significa che ogni euro stanziato ne ha “prodotti” 14.

Numeri significativi anche considerando, le ricadute specifiche sui soli territori montani: 600mila euro l’investimento; 6,2 milioni di euro il ritorno economico, dunque con un effetto moltiplicatore di 1 a 10.

Realizzato dal Centro studi SG Plus in collaborazione con l’Università degli Sudi di Parma lo studio è stato presentato oggi a Castelnovo né Monti (Re), in occasione dell’iniziativa “Lo sport va in montagna, eventi sportivi che diventano risorsa per il territorio”.

“Una volta di più abbiamo la conferma, dati alla mano, che lo sport fa bene non solo a chi lo pratica, generando benessere, occasioni di incontro e condivisione, ma anche al territorio. Tanto più nella nostra bellissima montagna dove può diventare una leva importante di uno sviluppo sostenibile, in grado di valorizzare i naturali punti di forza di questi luoghi, a beneficio di chi ci vive e lavora- hanno sottolineato il presidente della Regione, Stefano Bonaccini e l’assessore al Turismo Andrea Corsini-. Questi dati ci invitano a rilanciare il nostro impegno, a fianco dei Comuni e delle associazioni sportive, in un anno ricco di appuntamenti di grande prestigio e richiamo: dal Tour de France alle Granfondo, con il nostro Appennino sempre più protagonista”.

Coordinata da Giammaria Manghi, capo della segreteria politica della Presidenza della Regione, la giornata ha visto la partecipazione di sindaci e amministratori locali, presidenti di Federazioni e associazioni sportive, imprenditori, campionesse del mondo e campioni olimpici, per un confronto a tutto campo sulle prospettive e le opportunità di un settore al centro delle politiche regionali.

L’indotto economico diretto e indiretto

Granfondo di ciclismo, Appenninica MTB Stage Race, Campionato Mondiale Enduro, Campionato nazionale Csi di atletica leggera, ma anche il Campionato italiano di lancio del Ruzzolone, la Grande Staffetta paralimpica di Obiettivo tricolore, la Settimana Coppa-Bartali, il ritiro del Bayern Monaco femminile a Bagno di Romagna.

Tra Emilia e Romagna, queste alcune delle manifestazioni prese in esame nelle diverse discipline, nella convinzione che non ci siano eventi di serie A e di serie B e che ogni appuntamento, se bene organizzato, possa dare il proprio contributo in termini di promozione e visibilità.

“Lo sport per l’Emilia-Romagna- ha aggiunto il presidente di Apt Servizi Emilia-Romagna, Davide Cassani- è sempre più una risorsa turistica. Basti pensare che nello scorso settembre, a stagione balneare verso la conclusione, abbiamo registrato in Regione circa 390mila presenze turistiche generate dai diversi eventi sportivi ospitati, dalla Moto GP all’Ironman, passando per la Coppa Davis. L’Appennino, sempre più protagonista nelle scelte di vacanza e tempo libero di turisti e residenti, ha un enorme potenziale come palcoscenico per grandi appuntamenti agonistici e deve ampliare sempre più il calendario di eventi ospitati, che permetteranno a migliaia di persone anche di scoprire e apprezzare la nostra splendida montagna, sia in estate che nei mesi invernali”.

L’analisi ha considerato l’indotto economico diretto e dunque le spese per il soggiorno e il pernottamento di atleti e squadre; spettatori e accompagnatori; staff; giudici di gara e arbitri; operatori dei media. Voci queste che hanno prodotto una ricaduta economica complessiva delle 16 manifestazioni di quasi 9 milioni di euro di cui 4,8 milioni solo sui territori montani.

Non meno importante in termini di visibilità e reputazione l’indotto economico “indiretto” generato dagli articoli a stampa, servizi televisivi, social network – quasi 1,3 milioni di euro, 700mila solo in montagna – e dalle spese organizzative e di adeguamento infrastrutturale degli impianti, con benefici a medio e lungo termine per il territorio, che sono stati quantificati in 1,3 milioni di euro complessivi di cui 700 mila in Appennino.

I dati emiliano-romagnoli

Quello presentato oggi è un focus dedicato alla montagna di una ricerca più ampia rivolta a tutto il territorio emiliano-romagnolo. Qui 81 eventi sostenuti dalla Regione nel 2022 con una spesa di 8,3 milioni di euro hanno fatto da volano a un indotto di oltre 150 milioni di euro.


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