La Regione chiama l’Ue per cercare di risolvere la difficile situazione degli aeroporti regionali in profonda crisi da pandemia. Perché se è vero che il turismo sarà un driver fondamentale per la ripartenza, gli aeroporti sono vettori strategici per agganciare il rilancio dell’Emilia-Romagna sui mercati nazionali ed esteri.
Ne hanno parlato oggi Andrea Corsini, assessore regionale a Infrastrutture e Turismo, incontrando le parlamentari europee, Elisabetta Gualmini (Pd) e Alessandra Bosso (Lega), presenti i rappresentanti dei quattro scali regionali di Bologna, Parma, Rimini e Forlì.
In sintesi, sono due le questioni -tra sostegni e investimenti- che devono essere corrette per permettere di attivare gli interventi necessari alla ripresa post emergenza sanitaria.
Per quanto riguarda i sostegni, il primo problema riguarda l’attivazione di ristori per l’aeroporto di Bologna che, superando i 3 milioni di passeggeri l’anno, in base al regolamento europeo, si troverebbe ad essere escluso dagli aiuti. Una situazione comprensibile in un periodo normale, molto meno considerando la grave crisi pandemica che ha inciso in modo pesante sui bilanci.
Il secondo problema invece investe Forlì dove, sempre in base al regolamento, non sarebbero consentiti investimenti perché lo scalo dista meno di 100 chilometri da quello di Rimini, a meno che il traffico passeggeri si attesti a meno di 200mila unità nei prossimi due anni di esercizio. Un vincolo che costringerebbe il Ridolfi, per ottenere gli aiuti, a ridimensionare il proprio piano industriale.
Più in generale, in tema investimenti, è stato evidenziato il paradosso dell’esclusione degli aeroporti dal Pnrr (piano nazionale ripresa e resilienza): da più parti si è infatti ribadito che anche queste infrastrutture possono rientrare di diritto nel capitolo della transizione ecologica visto anche l’ottimo risultato dell’aeroporto di Bologna che di recente ha ricevuto un premio come scalo più green d’Italia.
“Noi confermiamo i 48 milioni di euro per i quattro scali- afferma Corsini- ma riteniamo che ci siano tutti gli elementi per agire sugli investimenti, quindi sul debito buono, anziché sulla liquidità. I nostri aeroporti hanno dei piani industriali in grado di sostenere la ripartenza a medio e lungo periodo. Abbiamo bisogno che l’Ue, in considerazione della pandemia mondiale che si è abbattuta su tutti i settori, dimostri elasticità consentendo le deroghe ai regolamenti necessarie allo sviluppo degli scali per intercettare fin da subito la ripresa”.
I rappresentanti degli aeroporti hanno chiesto di “Disegnare un codice dell’emergenza, per non rischiare di arrivare troppo lunghi con le misure. Non vogliamo aiuti di stato ma risorse per gli investimenti e gli strumenti ideali in questo senso sono il Pnrr e poi il Recovery Plan. Non si capisce, infatti, perché gli aeroporti non possano essere considerati come infrastrutture che possono concorrere alla transizione ecologica con investimenti per la sostenibilità. Sarebbe un errore strategico escluderci proprio per il ruolo che possiamo giocare nel turismo”.
Le parlamentari europee hanno dato la loro disponibilità ad approfondire le questioni e a verificare lo spazio per eventuali deroghe, ribadendo che ci sono due canali percorribili: uno nazionale, il Pnrr, su cui ci sono due mesi di tempo per lavorare a correzioni e aggiustamenti, e uno regionale che consiste in oltre 100 miliardi di euro per le Regioni italiane per la programmazione dei fondi strutturali 2021-2026 dentro il quale potrebbero rientrare anche gli aeroporti.
L’assessore Corsini, ringraziando Gualmini e Basso per la disponibilità, ha ribadito che “la Regione continuerà il suo pressing presso il ministero dei Trasporti e della Mobilità sostenibili, perché, dopo la lettera inviata dallo stesso presidente Bonaccini, siano approvati i decreti attuativi per sbloccare i 450 milioni di euro destinati agli aeroporti, fondi peraltro già stanziati in Finanziaria e che rappresentano un primo passo sufficiente a coprire almeno le perdite registrate nel settore”.
“Nel ribadire l’impegno della Regione di 48 milioni di euro per i quattro scali- chiude l’assessore- ricordo che per Parma abbiamo già avuto il via libera per 12 milioni euro, per Rimini, dopo un negoziato con l’Ue durato un anno, abbiamo avuto l’ok qualche settimana fa e tre milioni di euro arriveranno già quest’anno, mentre per Forlì stiamo cominciando il negoziato per impostare il dossier da presentare in Europa. Continueremo però a fare pressione sul Governo perché venga risolto questo paradosso e anche gli aeroporti possano entrare giustamente nel Pnrr”.