La montagna di oggi e quella che verrà. Protagonista di un nuovo modello di sviluppo più equo e più inclusivo.
Seconda giornata oggi a Tizzano Val Parma (PR) della Conferenza regionale per la montagna 2022 – ‘Valore Appennino’. Dopo l’appuntamento di Santa Sofia (FC), una nuova occasione per fare il punto sulle prospettive future di questi territori, insieme a sindaci e amministratori locali, imprenditori, cittadini.
La Regione conferma e rilancia il proprio impegno per aree di grande importanza, dove vive il 10% degli emiliano-romagnoli, oltre 460mila persone, si contano 51mila aziende e unità produttive (11%) per 142mila occupati, i flussi turistici stanno ripartendo e già prima della pandemia crescevano più della media regionale. La tendenza allo spopolamento rallenta e aumenta il valore aggiunto delle imprese.
Oltre a essere il cuore verde dell’Emilia-Romagna: con il 65% di aree boscate e ambienti seminaturali per oltre 500mila ettari, 2 Parchi nazionali, 8 Parchi regionali, 6 Riserve naturali, 2 paesaggi naturali e semi-naturali protetti e 84 siti della Rete Natura 2000.
Un futuro che è dietro l’angolo, che potrà contare su investimenti ingenti grazie ai fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza: già approvati oltre 900 progetti per 372 milioni di euro nelle aree montane. Fondi, monitorati in tempo reale dalla cabina di regia istituita in Regione e aggiornati al 19 luglio, che ricomprendono quindi anche gli ultimissimi stanziamenti (che aggiornano i dati forniti nel Report di Art-ER, allegato, che è stato chiuso in precedenza in vista della Conferenza della montagna), così suddivisi: 123,70 milioni per tutela del territorio e della risorsa idrica, 28,19 milioni per efficienza energetica e riqualificazione degli edifici, 2 milioni per l’economia circolare e l’agricoltura sostenibile; 75,08 milioni per infrastrutture sociali, famiglie, comunità e terzo settore, 14,82 milioni su interventi speciali per la coesione territoriale. Capitolo sanità: 31,21 milioni per reti di prossimità, strutture e telemedicina, 7,27 milioni per l’innovazione, la ricerca e la digitalizzazione del servizio sanitario. Poi 42,75 milioni per turismo e cultura e, tema scuola, 46,83 per progetti relativi al potenziamento dell’offerta dei servizi di istruzione.
Per quanto riguarda i soggetti attuatori, oltre 229 milioni fanno riferimento ai Comuni e 19 alle Unioni di Comuni, 38,5 milioni alle Ausl ed enti del servizio sanitario, 23 milioni di euro alle Province e alla Città Metropolitana di Bologna. Insieme ad altri istituti e soggetti territoriali.
E le risorse della nuova programmazione di Fondi europei 2021-2027. Un capitolo fondamentale. Basti pensare al comparto agricolo: solo nel settennato precedente sono stati concessi in zone montane 460 milioni di euro su 1,4 miliardi all’Emilia-Romagna del Piano di sviluppo rurale, di cui 104 milioni per indennità compensative, 68 milioni per il ricambio generazionale a 668 giovani al primo insediamento, 75 milioni per l’agricoltura biologica e 102 milioni di euro di contributi che hanno generato investimenti complessivi pari a 239 milioni di euro.
E un futuro che in alcuni casi è già realtà grazie a esperienze innovative come quelle delle Green communities o delle cooperative di comunità, esperienze dal basso in cui i cittadini sono sia produttori sia fruitori di beni e servizi e che in alcune zone hanno consentito di rinsaldare economia e identità locali, evitando abbandoni.
Con un passo avanti importante da completare sul fronte della digitalizzazione: “Entro la fine della legislatura- afferma il presidente della Regione, Stefano Bonaccini- tutti i Comuni montani dell’Emilia-Romagna dovranno avere la banda ultralarga, per portare internet veloce nelle abitazioni private, nelle imprese e nelle attività produttive. Lo prevede il piano affidato dal Governo a Open Fiber e non tollereremo alcun ritardo: ci aspettiamo la serietà e impegno che ci stiamo mettendo noi attraverso Lepida, la società in house della Regione sulla infrastrutturazione digitale che ha già collegato alla rete i Municipi, molte sedi pubbliche, strutture sanitarie e scuole nei comuni appenninici”.
Investimenti per 2 miliardi di euro
Un impegno che dal 2016 ha visto indirizzare sui territori appenninici emiliano-romagnoli quasi 2 miliardi di euro, di cui la metà dal bilancio regionale. Con 750 milioni di euro di investimenti solo nei primi due anni di questa legislatura, di cui 383 milioni dalla Regione.
La ricaduta sul territorio degli investimenti realizzati, considerando solo i provvedimenti localizzabili su base provinciale, e quindi non quelli interprovinciali, vede assegnati alla provincia di Piacenza 110,8 milioni di euro, a quella di Parma 187,3 milioni di euro, a quella di Reggio Emilia 151,4 milioni di euro. Nel Modenese 186,3 milioni di euro, all’area metropolitana di Bologna 245,9 milioni. Gli investimenti in provincia di Forlì-Cesena ammontano a 166,2 milioni di euro, mentre 79,4 milioni di euro sono andati in quella di Rimini e 48,3 milioni di euro in quella di Ravenna.
Guardando alla destinazione per settore di intervento, 618 milioni di euro sono andati a quello dei servizi (mobilità e viabilità, rafforzamento della Pubblica amministrazione, presidi socio-sanitari, qualità urbana, banda ultralarga, istruzione, formazione e politiche abitative); 300 milioni alla valorizzazione del paesaggio e all’uso sostenibile del territorio di euro (sicurezza territoriale, servizi ecosistemici, rischio sismico, fonti rinnovabili ); 285,5 milioni allo sviluppo e al sostegno delle imprese (agricoltura e agroindustria, attività produttive, turismo e commercio).
“Appennino banco di prova di una nuova stagione di crescita”
“Viviamo un momento storico complesso, ricco di sfide, ma anche di possibilità senza precedenti che non possiamo mancare- sottolineano il presidente Bonaccini e l’assessora alla Montagna, Barbara Lori-. Abbiamo a nostra disposizione gli strumenti per impostare politiche innovative, che mettano al centro i giovani, il lavoro, l’ambiente. E l’Appennino può e deve essere il banco di prova privilegiato di una nuova stagione di crescita, più attenta alle risorse naturali, più equa, dove ridurre le distanze sociali e territoriali, dove creare sempre di più le condizioni per attrarre e far rimanere le persone, soprattutto famiglie, ragazze e ragazzi. Creando per tutti nuove opportunità di vita e di lavoro”.
“E’ per questo che nella prima giornata della Conferenza della montagna, sette giorni fa, abbiamo lanciato il patto coi sindaci per arrivare ad avere i nidi gratuiti in tutti i comuni montani sempre entro la fine della legislatura: garantiremo noi i fondi per farlo. Ma vogliamo rafforzare misure come i contributi alle giovani coppie che decidono di vivere in montagna per acquistare o ristrutturare casa, e a breve uscirà il nuovo bando, il sostegno alle imprese e alle attività economiche, dopo il taglio Irap e i bandi per innovare i siti produttivi di questi anni, i fondi ai Comuni per la riqualificazione degli impianti sportivi, l’abbonamento gratuito per bus e treni regionali agli studenti fino ai 19 anni o il recente accordo con la Banca europea degli investimenti che mette a disposizione 300 milioni di euro per riqualificare gli alberghi dell’Emilia-Romagna, compresi quelli in Appennino. Oltre all’impegno per il comparto turistico- chiudono Bonaccini e Lori-, dagli impianti sciistici alla sentieristica e ai cammini, che stanno richiamando tantissimi visitatori. Perché i dati ci dicono che la strada presa in questi anni è quella giusta”.
All’appuntamento di Tizzano Val Parma – il secondo e conclusivo dopo quello di Santa Sofia (FC) – sono intervenuti gli assessori regionali alla Scuola, Università e Agenda digitale, Paola Salomoni, e all’Agricoltura, Alessio Mammi. Il sindaco di Tizzano, Amilcare Bodria, e numerosi amministratori, fra cui i sindaci di Monghidoro (BO), Barbara Panzacchi; di Vernasca (PC), Giuseppe Sidoli; di Castelnovo Monti (RE), Enrico Bini.
E i rappresentanti del mondo produttivo: Flavio Roda, presidente della Società di Gestione Corno alle Scale (che è intervenuto con un contributo video); Nicola Bertinelli, presidente Consorzio Parmigiano Reggiano; Orazio Landi, presidente Castelli del Ducato. A portare la loro testimonianza anche Emilio Guidetti, direttore Montagna 2000; Manuela Gaiani, vicepresidente Cooperativa di Comunità Rigoso; Francesca Barili del Salumificio Madureri di Tizzano Val Parma e Romela Rotaru di Trasporti Monchio delle Corti.
E un ospite speciale: Tommaso Saccardi, nazionale di Sci alpino e Campione italiano giovani di Slalom speciale
I provvedimenti della Regione
La montagna copre il 40% del territorio regionale e ospita il 10% della popolazione. Ma rallenta il calo demografico, uno dei problemi storici di questi luoghi: da un calo di residenti dell’1,4% nel periodo 2011-2015 a uno dello 0,8% tra il 2016 e il 2020.
Mentre cresce il valore aggiunto generato dalle imprese in Appennino: +24,8% tra 2015 e 2019 (+14,7 il dato regionale); +19,1% quello delle società di capitali (+9,6 il dato emiliano-romagnolo), prendendo a riferimento i dati pre pandemia. E si rafforza la rete dei servizi con la nascita di 8 nuove Case della salute in quattro anni o di nuove 49 aree di atterraggio dell’elisoccorso, attrezzate anche per il volo notturno.
Solo alcuni degli indicatori che emergono dal Rapporto – curato da Art-ER per la Regione – illustrato durante la Conferenza sulla montagna. Insieme all’analisi dei principali provvedimenti regionali assunti in questa legislatura. Dal bando per la casa alle giovani coppie a quello per la rigenerazione urbana.
Passando per le misure a sostegno del sistema produttivo: dal bando imprese all’abbattimento fiscale dell’Irap. Senza dimenticare il turismo, leva di crescita sempre più importante per l’Appennino. E poi lo sport, con il Piano regionale per l’impiantistica sportiva e le manifestazioni sportive sul territorio.
E ancora gli interventi per la viabilità, le infrastrutture e l’assetto idrogeologico realizzati grazie al Fondo regionale per la montagna.
Un impegno da parte della Regione che si è tradotto in uno sforzo ulteriore nei mesi più duri di una pandemia i cui effetti sono stati più pesanti proprio nelle aree periferiche. Un Programma straordinario di investimenti ha convogliato nelle aree montane quasi 16 milioni di euro di risorse aggiuntive per attivare nuovi servizi e infrastrutture a servizio delle comunità locali. Per sostenerle cioè nella ripartenza.