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Nuovo processo per associazione di stampo mafioso a Bologna: il Comune di Reggio Emilia si costituirà parte civileIl Comune di Reggio Emilia si costituirà parte civile nel procedimento penale che il Tribunale di Bologna ha aperto nei confronti di 12 imputati – fra cui ex amministratori pubblici di Brescello e membri della famiglia Grande Aracri – accusati di vari reati, compresa l’associazione di stampo mafioso (articolo 416 bis del Codice penale) di tipo ‘ndranghetistico.

La decisione è stata assunta con deliberazione di giunta comunale ed è avvenuta a seguito della richiesta di rinvio a giudizio presentata lo scorso settembre dal sostituto procuratore della Direzione distrettuale antimafia Beatrice Ronchi. Il pubblico ministero, nella propria richiesta, ha individuato il Comune di Reggio Emilia, così come altre Amministrazioni pubbliche, quale Persona offesa in relazione a due capi di imputazione, in quanto, si legge nella delibera, “i reati contestati risultano essere stati commessi nel territorio dell’ente o avere comunque arrecato un danno all’ente stesso”.

Il Gip ha fissato udienza preliminare nella prima metà del prossimo dicembre.

“La nostra richiesta di costituzione di Parte civile nel procedimento scaturito dalle indagini della Procura distrettuale antimafia, qualora ammessa dal Giudice, consentirà al Comune di essere rappresentato in giudizio quale parte lesa – dichiara il sindaco di Reggio Emilia, Marco Massari – ed esprime sin da ora la volontà di giustizia e tutela dell’Amministrazione, che è rappresentativa della comunità i cui diritti possono essere stati lesi dalle pratiche dell’organizzazione mafiosa, così come delineato dalla pubblica accusa. L’istanza dell’Amministrazione comunale ha quindi una valenza sia istituzionale sia sociale, poiché segno di mobilitazione permanente e collettiva contro la presenza mafiosa nei territori emiliani, per altro già certificata prima di tutto dal processo Aemilia. Qualora sia ammessa la nostra costituzione di Parte civile e l’impianto accusatorio sia confermato in giudizio, il Comune potrà altresì chiedere e ottenere un risarcimento.

“E’ necessario vigilare e presidiare costantemente il territorio e la vita che si svolge in esso in tutti i campi – conclude il sindaco – contro il vulnus mafioso, che può inquinare relazioni sociali, dinamiche economiche e cultura intesa quale patrimonio civile di valori etici, democrazia e trasparenza. Da qui, la nostra richiesta di costituzione di Parte civile nel procedimento penale che si sta aprendo: un segno di vigilanza e presidio, che proponiamo a ogni cittadino della nostra comunità”.

 

 


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