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Omicidio del minore a Bologna: provocazioni e minacce tra adolescenti le ragioni del litigioNella serata di ieri personale della Polizia di Stato è intervenuto via Piave, su segnalazione pervenuta al numero di emergenza 113 con la quale veniva indicata un’aggressione tra più soggetti. Sul posto gli operatori accertavano che i feriti da arma da taglio erano due, entrambi minorenni, nati nel 2007, subito trasportati presso il locale Ospedale Maggiore, dove uno di loro, un italiano di origini centroafricane, decedeva per una ferita al petto.

L’altro, bengalese, dopo gli accertamenti sanitari, veniva dimesso con una prognosi di 10 giorni per aver riportato una ferita al collo e una sulla schiena. Le attività investigative avviate repentinamente da personale delle Volanti, della Squadra Mobile e della Polizia Scientifica giunta sul posto per i rilievi di competenza, permettevano di identificare in breve tempo il presunto aggressore, un sedicenne italiano incensurato che, dopo il grave fatto, aveva raggiunto velocemente la propria abitazione.

A conclusione dei riscontri sugli accertamenti svolti dalla Squadra Mobile, è stata data esecuzione al fermo di indiziato di delitto emesso dalla locale Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Bologna nei confronti del presunto autore del reato, anche in seguito ad interrogatorio del ragazzo da parte del Pubblico Ministero di turno nel corso della notte.

Dalle informazioni acquisite nell’immediatezza, sono emersi elementi utili a ricostruire la dinamica del fatto. Intorno alle ore 22.00 della serata scorsa, all’interno del parco del Velodromo si era innescata una lite tra alcuni ragazzi che, dopo un breve inseguimento terminato in via Piave, portava il minore italiano a estrarre un coltello e a colpire i due coetanei per poi allontanarsi immediatamente dal luogo. Le indagini consentivano anche di appurare le ragioni del litigio, ovvero provocazioni e minacce perpetrate per futili motivi tra adolescenti dello stesso quartiere anche sulle piattaforme social.

Al termine dell’attività, come disposto dal Pubblico Ministero, il fermato veniva associato al Centro per la giustizia minorile di via del Pratello, in attesa delle successive fasi giudiziarie davanti al Tribunale per i Minorenni.


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