“Una raccolta di firme, anche attraverso una piattaforma digitale, ordini del giorno da discutere nei Consigli comunali ed un evento a ottobre per fare fronte comune con sindaci di ogni orientamento politico, professionisti sanitari, sindacati, associazioni e consulte nell’iter di approvazione della legge”.
Così l’assessore alle Politiche per la salute della Regione Emilia-Romagna, Raffaele Donini, nel corso dell’incontro che si è tenuto oggi online dedicato alla proposta di legge della Giunta, che prevede un incremento del fondo sanitario nazionale di quattro miliardi all’anno. All’incontro, aperto da un saluto del presidente Stefano Bonaccini, hanno partecipato oltre 400 tra sindaci di ogni orientamento politico, sindacati, associazioni, consulte e operatori della sanità.
“Il Paese – prosegue Donini – ha bisogno di più sanità pubblica. Le risorse stanziate dal Governo dal 2023 al 2025 sono insufficienti per affrontare le nuove sfide cui è chiamata la sanità pubblica. Il sottofinanziamento della sanità è ormai diventato strutturale e questo rischia di garantire sempre meno ai cittadini l’accesso ai servizi sanitari e sociosanitari, come previsto dalla Costituzione”.
Secondo l’assessore, infatti, negli ultimi diciotto mesi tutte le Regioni d’Italia nell’ambito della Commissione Salute e della Conferenza delle Regioni hanno chiesto il finanziamento dei fondi per le spese Covid ed energetiche, circa 4 miliardi di euro, e l’adeguamento del fondo sanitario nazionale in modo strutturale. La proposta di legge di iniziativa della Giunta chiede risorse stabili su ambito pluriennale perché non solo il fondo oggi è inadeguato finanziariamente, ma è difficile – da anni – fare programmazione.
“È un paradosso tutto italiano – sottolinea ancora Donini-, la stessa richiesta arriva dal Ministero della Salute e per certi aspetti anche dalla Corte dei conti. In assenza di questo stanziamento le Regioni continueranno ad essere chiamate dal ministero del Tesoro a riallineare la spesa. Questo vuol dire depotenziare la produzione sanitaria dei nostri sistemi”.
“Per questo – prosegue – la nostra proposta di legge vuole portare al 7,5% del Pil il finanziamento annuale del Servizio sanitario nazionale e superare il limite di spesa del personale dipendente. Abbiamo, però, bisogno di una mobilitazione, istituzionale e popolare, perché vogliamo che questo nostro progetto di legge possa essere di esempio per altre iniziative analoghe. E’ una battaglia che riguarda tutti e non possiamo accettare che il sistema sanitario nazionale sia a rischio”.
L’Emilia-Romagna è la prima Regione che tenta di elevare una richiesta reiterata a proposta di legge, ma Donini ha buone ragioni di ritenere che non sarà l’unica perché in altre Regioni è in corso un dibattito simile. “Più saremo e più sarà forte lo stimolo al Parlamento per mettere al centro il tema della sostenibilità finanziaria per la salute”.
L’incontro di oggi – conclude l’assessore – che ha visto una partecipazione ampia e trasversale, con oltre 400 presenti e una cinquantina di interventi a voce e nella chat dell’evento, è stato un primo momento per trovare modalità e tempi per sostenere e promuovere l’iniziativa di legge.
La maggior parte dei partecipanti ha manifestato di condividere gli obiettivi dell’iniziativa. Inoltre, l’assessore Donini ha annunciato che, durante la discussione della proposta di legge in Commissione Salute, saranno auditi tutti i parlamentari eletti in Emilia-Romagna.
Chi vuole sostenere il progetto di legge può collegarsi all’indirizzo: https://salute.regione.emilia-romagna.it/pdl.
La proposta dell’Emilia-Romagna
Portare al 7,5% del Pil il finanziamento annuale del Servizio sanitario nazionale per riuscire a dare risposta alle nuove sfide e ai nuovi bisogni di cura e assistenza dei cittadini, e per evitare il collasso finanziario della sanità italiana. E’ quanto prevede il progetto di legge della Giunta regionale dell’Emilia-Romagna, che dopo il via libera della Giunta regionale lo scorso 31 luglio farà poi il suo iter in Assemblea legislativa e sarà poi sottoposta alle Camere, come prevedono l’articolo 121 comma 2 della Costituzione e l’articolo 28 dello Statuto regionale.
Una proposta, quella promossa dalla Giunta guidata dal presidente Bonaccini, in difesa della sanità pubblica e universalistica, per continuare a garantire – con risorse stabili e adeguate – tenuta e funzionamento del Sistema sanitario nazionale, già messo a dura prova dalla pandemia e ora fortemente a rischio.
La proposta di legge di iniziativa regionale si inserisce in un contesto in cui la domanda di servizi sanitari e sociosanitari è in aumento perché la popolazione invecchia progressivamente e il Servizio sanitario nazionale, già oggi sottofinanziato rispetto alle necessità della popolazione, è in affanno rispetto alla copertura dei costi delle Regioni determinati dalla pandemia.
Nel 2021 il finanziamento ordinario del Sistema sanitario nazionale in rapporto al Pil è stato pari al 6,9% (fonte ministero dell’Economia e delle Finanze, Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato). Nel 2019 era addirittura sceso al 6,4%, a fronte di Paesi come la Germania, che destina il 9,9% del Pil al finanziamento della spesa sanitaria pubblica; la Francia il 9,3%; il Regno Unito l’8% (dati Ocse). Inoltre, nella Nota di Aggiornamento al DEF del 4 novembre 2022 si prevede un livello di spesa sanitaria che nel 2025 scende al 6% del Pil.