Pazienti, soprattutto bambini, affetti da patologie anche gravi, provenienti da Paesi extra Ue, dove ricevere cure adeguate è a volte difficile se non impossibile, per mancanza di strutture sanitarie e di personale medico in possesso di specializzazioni appropriate agli interventi richiesti.
É a queste persone che la Regione Emilia-Romagna, dal 2001, fornisce un aiuto concreto, consentendo loro di accedere a prestazioni sanitarie di alta specialità, grazie ai programmi specifici finanziati annualmente nell’ambito delle proprie politiche di cooperazione internazionale.
Lo fa anche quest’anno, con una delibera approvata in questi giorni dalla Giunta per rifinanziare il “Programma assistenziale per prestazioni sanitarie di alta specialità a favore di cittadini stranieri provenienti da Paesi extra Ue”, che vengono trasferiti in Italia per il tempo necessario alle cure. Risorse, fino a 1,5 milioni di euro, a cui le Aziende sanitarie e l’Irccs Istituto Ortopedico Rizzoli possono aggiungerne di proprie per conseguire gli obiettivi del Programma.
“Attenzione ai più fragili e inclusione sono valori alla base della nostra cultura e della nostra regione- sottolinea l’assessore alle politiche per la Salute, Raffaele Donini-. E anche nella realizzazione del Programma di assistenza sanitaria l’Emilia-Romagna non viene meno alla sua tradizione di umanità e solidarietà. Nel corso degli anni- precisa l’assessore- abbiamo curato oltre duemila casi umanitari, nella stragrande maggioranza con patologie gravi, caratterizzate da un quadro clinico complesso. Molti sono i malati curati provenienti da Paesi di grande povertà o in guerra, moltissimi i bambini”.
“Proseguiamo con orgoglio questo cammino – aggiunge l’assessore – perché la salute è un bene comune, inalienabile, e come tale deve essere garantito a tutte le persone, a prescindere dalla loro nazionalità o provenienza, a maggior ragione se deboli, bisognose e prive di altre possibilità”.
Il Programma di assistenza umanitaria
Il Programma dà attuazione a una legge nazionale (la 449 del 1997) e fa riferimento al Documento di indirizzo programmatico approvato ogni tre anni dall’Assemblea legislativa regionale, che indica come territori oggetto degli interventi umanitari Albania, Argentina, Bosnia-Erzegovina, Brasile, Cuba, Egitto, Eritrea, Etiopia, Libano, Libia, Marocco, Moldavia, Montenegro, Mozambico, Senegal, Territori dell’Autonomia Palestinese, Somalia, Tunisia, Kossovo, Serbia e popolo Saharawi proveniente dai campi profughi algerini.
Per quanto riguarda le tipologie di intervento, il programma assistenziale 2020 prevede che riguardino prevalentemente patologie importanti in vari ambiti: nefrologia, patologie tumorali, cardiopatia, ematologia oncologica, ortopedia, chirurgia pediatrica, oculistica e otorinolaringoiatria;all’interno del “Progetto regionale Chernobyl” si terrà conto delle richieste provenienti dalla Repubblica di Bielorussia e dalle aree ucraine contaminate dall’incidente nucleare. Si considereranno, inoltre, le richieste provenienti da organizzazioni non lucrative (onlus) del territorio regionale per minori che arrivano dall’Africa subsahariana, in particolare Zambia e Zimbabwe. Nell’ambito degli interventi a favore di popolazioni oggetto di eventi eccezionali causati da calamità, conflitti armati, epidemie, situazioni di denutrizione e gravi carenze igienico-sanitarie, si realizzerà quanto sarà determinato in sede di Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province Autonome.
Non sono inclusi nel Programma assistenziale i trapianti di organi – per la complessità e la durata dell’intero percorso – e le cure per i disturbi neurologici/comportamentali, che richiedono una presa in carico multiprofessionale e interdisciplinare, oltre a valutazioni ripetute nel tempo.
Pazienti assistiti dal 2001 al 2019
Da quando il programma è attivo sono stati curati 2.021 pazienti: 1.494 con meno di 14 anni e 527 con oltre 14 anni. In particolare, con il Programma assistenziale 2019, le persone straniere prese in carico da ospedali e strutture del Servizio sanitario regionale sono state accolte 99 persone, in gran parte minori di 14 anni (70 casi).