La Regione Emilia-Romagna chiede al Governo che vengano erogate con tempestività alle imprese della pesca le risorse nazionali di 20 milioni di euro, a ciò destinate nel mese di marzo e messe a disposizione nelle scorse settimane. A ciò si aggiunge l’impegno concreto di viale Aldo Moro, con il prossimo assestamento di bilancio di fine luglio, a garantire 1,5 milioni di euro di indennizzi ai pescatori colpiti dai rincari del carburante.
L’appello della Regione a Palazzo Chigi dopo che nei giorni scorsi, si è tenuto un incontro con le parti sociali della pesca e le associazioni di categoria, per fare il punto sulla grave crisi in cui versa il settore anche in Emilia-Romagna.
Per quanto riguarda le risorse che metterà a disposizione la Regione, i criteri di erogazione saranno concertati nell’ambito della Consulta ittica che riunisce istituzioni, associazioni della pesca e sigle sindacali, Qui saranno messi a punto criteri oggettivi e di indirizzo verso chi stia vivendo una condizione di precarietà economica e sociale.
“Si tratta -spiega l’assessore regionale all’Agricoltura, Caccia e pesca Alessio Mammi– di un settore in grande difficolta, sia le piccole imprese artigianali che i lavoratori dipendenti. Una situazione che mette a rischio la tenuta economica e sociale di centinaia di famiglie emiliano-romagnole, dedite a questa attività tradizionale. La pesca rappresenta un mestiere identitario per il nostro territorio regionale, ed è un comparto che crea lavoro e indotto per alcune migliaia di persone. Indirettamente il suo buon funzionamento influenza il turismo nella costa e garantisce pesce fresco dell’Adriatico al sistema di ristorazione della riviera romagnola”.
Inoltre, ha aggiunto l’assessore “il Governo dovrà intervenire per rendere accessibili i fondi strutturali per le imprese di pesca, in modo da poter garantire una boccata d’ossigeno di liquidità a un comparto che è in sofferenza da mesi e rischia di disarmare le imbarcazioni o di vederne a breve il fermo definitivo, riducendo drasticamente un’attività millenaria per le comunità della costa come la piccola pesca artigianale”.
In queste settimane si è tenuta una riunione tra le parti sociali e il Ministero delle politiche agricole circa il riconoscimento della Cisoa, ovvero dell’estensione degli ammortizzatori sociali riconosciuti in ambito agricolo anche al settore della pesca, da sempre privo delle garanzie della cassa integrazione
“È fondamentale– conclude Mammi– che questo strumento, ora al vaglio del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, sia effettivamente adeguato a rispondere in maniera efficace alle specificità del settore, per garantire la continuità occupazionale in un comparto fortemente in sofferenza per l’inattività dovuta all’eccessivo costo del gasolio. È importante per lavoratori e imprese che la Cisoa per la pesca riconosca tutte le motivazioni che implicano la sospensione dell’attività per motivi non imputabili alla volontà di lavoratori e datori di lavoro, compreso l’aumento dei carburanti”.