Sono oltre 3 milioni e 737 mila euro i fondi che arriveranno sul territorio provinciale con lo scopo di contrastare la dispersione scolastica e la povertà educativa, ovvero l’impossibilità per i minori di apprendere, sperimentare, sviluppare capacità, talenti e aspirazioni. Questa cifra rappresenta il 12% dei 30 milioni totale che sono arrivati su tutta la Regione Emilia – Romagna: questo dato rappresenta in maniera proporzionale la percentuale degli studenti sul territorio reggiano rispetto al totale regionale.
La vicepresidente della Provincia con delega alla scuola Ilenia Malavasi: “La provincia di Reggio Emilia porta a casa risorse preziose che serviranno al proseguo delle attività di contrasto alla dispersione scolastica. Attività che stiamo già portando avanti sul territorio, ma che con questi finanziamenti possono avere nuovo slancio per il futuro. Grazie ad un tavolo sul disagio giovanile coordinato dalla Prefettura, abbiamo sperimentato in questi mesi nuovi progetti, grazie alla disponibilità delle scuole e di tutti gli attori coinvolti, dal volontariato al terzo settore, che oggi possono diventare una buona prassi educativa per tutta la provincia reggiana. Grazie ai fondi del Pnrr, abbiamo la possibilità di continuare a costruire percorsi di benessere educativo e scolastico, ma anche luoghi e spazi di benessere sociale”.
Sono 23 scuole finanziate in totale in provincia sono 14 le superiori, delle quali 8 a Reggio Emilia (Nobili, Galvani-Iodi, Filippo Re, Motti, Chierici, Scaruffi-Levi-Tricolore, Zanelli e Secchi) e 6 dei distretti (il D’Arzo di Montecchio, il Mandela di Castelnovo ne’ Monti, il Corso e l’Einaudi a Correggio, il Gobetti a Scandiano e il Carrara a Guastalla). A queste si aggiungono 9 scuole medie, 2 a Reggio Emilia e 7 dalla provincia: San Martino in Rio, Poviglio, Campagnola, Castelnovo di sotto, Gualtieri, Fabbrico e Correggio.
I criteri seguiti per la distribuzione tra regioni dei 500 milioni di euro totali a disposizione sono stati: il tasso di uscita precoce dal sistema di istruzione e formazione nella fascia di età 18-24 anni (indice ELET – Early Leavers from Education and Training), per il 65% del punteggio; il numero di studentesse e studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado della regione di riferimento, per il 20%; il tasso di presenza della popolazione straniera, per il 5%; il tasso di popolazione priva di diploma di scuola secondaria nella fascia d’età tra i 25 e i 64 anni, per il 5%; il tasso di famiglie con cinque o più componenti, per il 5%. Dopo questa divisione regionale, le risorse sono successivamente ripartite fra le istituzioni scolastiche statali medie e superiori presenti in ciascuna regione, seguendo due criteri: il primo, che pesa il 70% sulla valutazione, è il tasso di fragilità degli apprendimenti calcolato dall’Invalsi, ovvero la cosiddetta dispersione implicita che è la percentuale di studenti che in entrambe le materie, italiano e matematica, ha conseguito un risultato molto basso. Il secondo, il 30% della valutazione, è il numero di studentesse e studenti iscritti nell’istituzione scolastica.
“La scuola deve essere prima di tutto un luogo di benessere, dove stare bene, costruire la comunità – prosegue Ilenia Malavasi – e promuovere azioni volte alla prevenzione e al contrasto del disagio giovanile, causato anche da due anni di pandemia e segregazione sociale. Questa deve essere la nostra mission. Portare avanti sperimentazioni come l’apertura delle scuole al pomeriggio è necessario per accompagnare gli studenti in un percorso di riconoscimento nella comunità scolastica.”
“Fondamentale aiutare i nostri ragazzi nel passaggio tra medie e superiori, con politiche di accoglienza per chi arriva ad affrontare il biennio delle superiori che allo stato attuale è il punto più critico di tutto il percorso scolastico, dove avviene la maggior parte della dispersione scolastica. In accordo con l’ufficio scolastico lavoreremo per costruire una rete di scuole che insieme porti avanti un progetto condiviso, dove la scuola diventi il cuore dei nostri quartieri, dove aiutare negli apprendimenti, dove far crescere talenti, dove sentirsi accolti perché si fa parte di una comunità ampia che ha radici in un territorio capace di sostenere i nostri studenti, con lo sport, il volontariato, il teatro, la musica, il terzo settore , dove crescere con valori di comunità condivisi” ha concluso Malavasi.
Soddisfatta anche l’assessore del Comune di Reggio Emilia Raffaella Curioni: “Un risultato straordinario questo per la comunità scolastica Reggiana e per la città intera che potrà contare su progetti, azioni e risposte che sapranno costruire opportunità per garantire il successo scolastico e formativo dei nostri studenti nel delicato passaggio dell’adolescenza e della scelta della scuola superiore. Non esiste una scuola migliore, esiste una scuola più adatta alle proprie aspettative, motivazioni ed interessi individuali. Per questo progetti e risorse dedicate al tema della dispersione scolastica sono centrali nella costruzione di percorsi didattici e di apprendimento di qualità per i nostri studenti. È dalla scuola infatti che bisogna ripartire per costruire il futuro del nostro paese mettendo al centro insegnanti, educatori, enti locali e studenti per lavorare insieme nella sperimentazione e ricerca continua di politiche pubbliche scolastiche. Reggio Emilia conferma, ancora una volta, una straordinaria capacità di saper attrarre risorse pubbliche dedicate e di saper progettare per assicurare al territorio le preziose risorse Pnrr. Come Comune di Reggio Emilia ci mettiamo fin da ora a disposizione per costruire progetti concreti ed innovativi a beneficio dei nostri giovani”.