PwC, in occasione della prossima edizione di ArteFiera, promuove l’iniziativa ‘do ut do’ dal tema “la Coscienza”. Attraverso il potente linguaggio dell’arte, quest’anno l’ottava edizione di do ut do esplorerà questa tematica, coinvolgendo 13 artisti che metteranno in mostra 24 delle loro opere, suddivise in 3 sedi espositive: Artefiera, con uno stand curato dall’architetto Mario Cucinella, la Fondazione Cirulli e la Galleria Stefano Forni.
Questa iniziativa si inserisce nel più ampio progetto di “PwC per la cultura” attraverso il quale PwC vuole contribuire alla crescita socio-culturale del Paese, creando occasioni di condivisione del nostro patrimonio culturale all’interno e all’esterno dell’organizzazione. Do ut do è un progetto charity di grande rilevanza culturale profondamente radicato nel territorio bolognese e unisce arte ed etica proponendo mostre ed eventi dedicati all’arte, architettura, design coinvolgendo artisti di fama internazionale, istituzioni, gallerie, imprese e collezionisti per riflettere su diversi temi legati alla contemporaneità.
Pietro Buccarelli partner PwC, spiega com’è nata questa collaborazione: “Questa collaborazione nasce all’interno di un’attività di promozione della cultura. Noi siamo un’organizzazione al servizio delle imprese, quindi il nostro legame è sicuramente con il territorio e con le imprese del territorio, ma vogliamo anche fornire un contributo a favore della società civile. In quest’ambito organizziamo da tempo attività di natura culturale, che comprendono l’arte, lo spettacolo, la musica; in alcune occasioni abbiamo sostenuto l’arte declinata nel fumetto, come nella sponsorizzazione della mostra di Jacovitti per il suo centenario al MAXXI di Roma. E nella città di Bologna, in particolare, in cui ora siamo presenti in maniera forte e simbolica nel centro della città – in un edificio che rappresenta il bello, anche inteso come fruibile a terzi – vogliamo contribuire seguendo questo percorso, che è iniziato tanto tempo fa. La collaborazione con Do Ut Do nasce dalla conoscenza dell’Hospice, la fondazione della Seragnoli, ma anche della stessa fondazione Do Ut Do. Lo spirito, l’etica, l’iniziativa, il fatto che ci sia una distribuzione (Charity) verso la società civile, senza distinguere l’avere e il non avere, per noi sono stati elementi scatenanti, che ci hanno indotto a stringere questa collaborazione“.
“Do Ut Do” è solo il più recente dei progetti che PwC ha sostenuto in tutta Italia: si pensi al Pac di Milano, al MAXXI di Roma, al centro Pecci di Prato. Per un sostegno diffuso lungo tutto il territorio italiano.
La motivazione dietro tutte queste scelte specifiche? “La motivazione è quella di essere una sorta di mediatore culturale, perché a noi piace fare in modo che ci sia una promozione e una diffusione della cultura. Riteniamo che sia la base, il sostegno e il nutrimento per la crescita, anche professionale. Quindi, è forma di cultura tutto ciò che noi riteniamo abbia i connotati per sostenerla: tutto ciò viene fatto con grande entusiasmo, trasporto e slancio. Inoltre, i progetti si selezionano in base a indicazioni che provengono dal territorio (abbiamo 24 sedi sparse in Italia): sensibilità diverse rispetto a quelle più diffuse tra nord, centro e sud. Quindi sia iniziative indotte, che rappresentate attraverso un comitato dedicato all’interno del nostro team di comunicazione in PwC”.
PwC ha un legame di lungo corso con la città di Bologna, che è stato rafforzato molto recentemente con l’apertura dei nuovi uffici nel quadrilatero: “PwC Italia è presente a Bologna da tantissimo tempo, dal 1977, ormai da tanti decenni. Nel corso del tempo il rapporto con la città si è sempre più rafforzato e da un’organizzazione di medie dimensioni, è diventata un centro professionale di servizi per le imprese molto più esteso. Quindi, il rapporto si è consolidato guardando proprio al territorio, a come si sviluppano le esigenze del territorio e come sono declinate all’interno delle richieste non solo di mercato, ma anche della società civile”.