A distanza di due anni dall’inizio della pandemia, la base imprenditoriale regionale ha ripreso a crescere in termini tendenziali. E’ quanto attestano i dati del Registro imprese delle Camere di commercio, come emerge dall’analisi dell’ufficio studi di Unioncamere Emilia-Romagna. Non si tratta solo di un “rimbalzo”, che segue la frenata legata al lockdown del 2020 e alla fase acuta dell’emergenza Covid (determinato probabilmente anche dalle misure governative di sostegno) ma di un trend che ha riportato l’insieme delle imprese attive al livello di inizio 2019.
Le imprese attive
Al termine del primo trimestre 2022, le imprese attive sono risultate 400.106 con un aumento di 2.846 unità (+0,7 per cento) rispetto al termine dello stesso trimestre del 2021. Si tratta di un deciso incremento delle imprese attive rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, che fu il primo dopo nove anni di ininterrotta riduzione. L’andamento dell’imprenditoria regionale è risultato leggermente migliore rispetto a quello riferito a livello nazionale, che ha visto le imprese attive segnare un più lieve aumento (+0,2 per cento) rispetto al primo trimestre del 2021.
I settori di attività economica.
La disaggregazione dei dati evidenzia gli effetti della pandemia, dei provvedimenti adottati a tutela delle imprese e della ripartenza.
La base imprenditoriale dell’agricoltura, silvicoltura e pesca-acquacultura si è ridotta di 798 unità (-1,5 per cento), una variazione determinata dalla prima (-840 unità, -1,6 per cento).
L’industria ha perso 170 imprese (-0,4 per cento). Nella sola manifattura il calo negli ultimi 12 mesi è stato di 182 unità (-0,4 per cento). In quest’ambito, è sostanziale l’incremento nella riparazione e manutenzione di macchine (+92 unità, +2,5 per cento), mentre è stato decisamente inferiore l’aumento di sole 25 unità (+0,2 per cento) nella sezione della fabbricazione di prodotti in metallo (esclusi macchinari e apparecchiature).
I contributi negativi sono giunti dall’industria della moda (-70 imprese, -1,1 per cento), in particolare, delle confezioni (-40 unità, -0,9 per cento) e tessile (-2,4 per cento).
Altre riduzioni della base imprenditoriale comprese tra 29 e 26 unità si sono poi avute in diversi settori, ma in alcuni hanno avuto un’incidenza maggiore, come nel caso della fabbricazione di computer e prodotti di elettronica e ottica, apparecchi elettromedicali, di misurazione e di orologi (-3,1 per cento), nella stampa e riproduzione di supporti registrati (-2,1 per cento), nella fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche (-2,4 per cento) e nell’industria della ceramica e vetro e dei materiali edili (-1,9 per cento).
L’insieme del commercio all’ingrosso e al dettaglio e della riparazione di autoveicoli e motocicli ha subito una lievissima flessione (-239 unità, -0,3 per cento): a determinarla unicamente l’ingrosso (-329 unità, -1,0 per cento), mentre nel dettaglio si registra un leggero aumento (+102 unità, +0,2 per cento), invariate le altre componenti.
Le costruzioni hanno rafforzato la tendenza positiva con una crescita di 2099 unità (+3,1 per cento) grazie agli evidenti benefici degli incentivi governativi. Trainanti le imprese che effettuano lavori specializzati (+1.538 unità, +3,2 per cento) per ristrutturazioni e piccoli interventi, come quelle impegnate nelle edificazioni (+2,9 per cento).
L’incremento del complesso dei servizi (+1805 unità +0,8 per cento), si deve agli altri servizi diversi dal commercio (+2.044 imprese, +1,4 per cento). Solo il settore del trasporto e magazzinaggio ha mostrato un segno rosso, seppur contenuto (-185 unità, -1,4 per cento), determinato dal trasporto terrestre (-213 unità, -2,0 per cento).
Decisa l’accelerazione delle attività professionali, scientifiche e tecniche (+518 unità, +3,1 per cento) e dell’immobiliare (+426 unità, +1,6 per cento).
A seguire, l’aggregato noleggio, agenzie di viaggio servizi di supporto alle imprese (+298 unità, +2,3 per cento). In crescita i servizi di informazione e comunicazione (+217 imprese, +2,4 per cento), legato a produzione di software, consulenza informatica (+131 unità, +3,5 per cento), trend sostenuto dalla informatizzazione delle imprese regionali e dal ricorso allo smart working.
Bene le attività finanziarie e assicurative (+226 unità, +2,4 per cento), in ripartenza quelle artistiche, sportive, intrattenimento e divertimento (+183 unità, +3,1 per cento).
La forma giuridica.
L’incremento tendenziale delle imprese attive nel primo trimestre 2022 è stato determinato dalle società di capitale (+4.060 unità, +4,2 per cento), il più ampio aumento in termini assoluti degli ultimi 13 anni, grazie all’attrattività della normativa delle società a responsabilità limitata. Va sottolineata l’eccezionale inversione di tendenza in positivo delle ditte individuali (+236 unità, +0,1 per cento). Le società di persone hanno mostrato ancora una tendenza negativa (-1.457 unità, -2,0 per cento), un dato che risulta, comunque, il più contenuto degli ultimi otto anni. Infine, si è arrestata la riduzione delle cooperative e consorzi che sono lievemente aumentati per la prima volta in cinque anni (+0,1 per cento).