Un test di allarme per la popolazione in caso di cedimento di una grande infrastruttura. È questo quanto sarà sperimentato, mercoledì 20 dicembre intorno alle ore 12 attraverso IT-alert, il nuovo sistema di allarme pubblico nazionale su un rischio specifico, come, per l’Emilia-Romagna, il collasso della Diga del Conca nella provincia riminese.
Un messaggio di test arriverà sui cellulari accesi e con connessione telefonica a chi si troverà nelle aree interessate.
In primo luogo, saranno allertati gli oltre 40 mila cittadini residenti a Misano Adriatico, San Giovanni in Marignano e Cattolica, esposti virtualmente ai rischi derivanti dal collasso della diga.
Per motivi legati alla tecnologia cell-broadcast utilizzata, otto comuni limitrofi all’area-obiettivo potrebbero comunque ricevere la notifica: si tratta di Riccione, Coriano, San Clemente, Morciano in Romagna, Saludecio (in Emilia-Romagna) e Gabicce Mare, Gradara, Tavullia (nelle Marche). La stima della popolazione complessivamente allertata sale a circa 120mila persone, tra le due regioni coinvolte, a cui si aggiungono i cellulari di chi transita in quel momento sull’Autostrada A14 e sulla Linea ferroviaria adriatica.
Per “collasso di una grande diga” si intende il collasso dello sbarramento della struttura della diga stessa, che provoca generalmente un’onda di piena e la conseguente inondazione delle aree situate a valle. Ciascuna diga deve disporre di un Documento di Protezione civile (Dp) che definisce le condizioni specifiche per l’attivazione del sistema di protezione civile, le comunicazioni e le procedure tecnico-amministrative da attuare in caso di rischio e di un Piano di emergenza diga (Ped), che definisce le aree potenzialmente interessate dall’onda di piena, le strategie operative e il modello d’intervento per fronteggiare una situazione di emergenza.
Dopo la prima fase di test tecnologici che ha coinvolto tutte le Regioni e Province autonome italiane, tra cui l’Emilia-Romagna a luglio scorso, sta proseguendo la sperimentazione del sistema IT-alert, promossa dal Dipartimento nazionale di Protezione civile, in cinque Regioni italiane – Puglia, Veneto, Emilia-Romagna, Lombardia e Sardegna – su due specifici scenari: l’incidente rilevante in stabilimenti industriali soggetti alla Direttiva Seveso e il collasso grandi dighe.
L’attività ha un duplice obiettivo: da un lato sperimentare l’utilizzo di IT-alert su porzioni ridotte e circoscritte di territorio, dall’altro fare un passo avanti nel processo di familiarizzazione con il sistema di allarme pubblico e permettere alle persone di acquisire maggiore confidenza con la ricezione del messaggio per scenari di rischio specifici. I test saranno utili anche per affinare ulteriormente le funzionalità e testare l’efficacia dei flussi di comunicazione in emergenza tra i soggetti interessati.
Come funziona
Ogni dispositivo mobile connesso alle reti degli operatori di telefonia può ricevere un messaggio “IT-alert”. Non è necessario iscriversi né scaricare nessuna applicazione: il servizio è anonimo e gratuito per gli utenti. Un messaggio indirizzato a un’area può raggiungere anche utenti che si trovano al di fuori dell’area stessa oppure in aree senza copertura può capitare che il messaggio non venga recapitato. La capacità di ricevere i messaggi dipenderà anche dal dispositivo e dalla versione del sistema operativo installata sul cellulare: i test serviranno a verificare tutte le eventuali criticità per ottimizzare il sistema.
Sul sito IT-alert – https://www.it-alert.it/it/ – sarà presente anche un link al questionario che tutti coloro che si troveranno nei territori coinvolti saranno invitati a compilare per contribuire a implementare il sistema.