L’ufficio studi di Unioncamere Emilia-Romagna ha elaborato i dati relativi agli addetti di tutte le localizzazioni di impresa operanti in regione, con sede legale sul territorio o altrove, tratti dal Registro imprese delle Camere di commercio. In questo caso non c’è ancora un chiaro effetto negativo da Covid19, ma già qualche segnale. A fine marzo, gli addetti delle localizzazioni di imprese operanti in Emilia-Romagna erano 1.732.336, ovvero 25.064 in più (+1,5 per cento) rispetto allo stesso trimestre del 2019, una crescita analoga a quella fatta registrare a dicembre 2019. Nella media degli ultimi dodici mesi gli addetti sono risultati 1.737.626 con un aumento del +1,8 per cento, pari a 30.285 addetti in più. Dal secondo trimestre del 2019, la tendenza positiva appare in chiaro rallentamento e l’aumento è risultato quindi più contenuto rispetto a quello riferito ai dodici mesi tra aprile 2017 e marzo 2018.
A livello nazionale gli addetti sono aumentati dell’1,3 per cento nel primo trimestre e dell’1,9 per cento nella media degli ultimi dodici mesi, con una più decisa decelerazione rispetto ai dodici mesi precedenti. Se si considerano le variazioni tendenziali trimestrali, appare evidente il risultato positivo conseguito in Emilia-Romagna rispetto alle principali altre regioni con cui si confronta. Gli addetti crescono, ma in misura inferiore, solo in Veneto (+0,9 per cento), mentre si riducono in Lombardia (-1,3 per cento) e più decisamente in Piemonte (-1,7 per cento).
Dipendenti e indipendenti
Rispetto a un anno fa, gli addetti alle dipendenze delle localizzazioni di impresa in Emilia-Romagna continuano a crescere e hanno raggiunto quota 1.401.060 unità, con un aumento del 2,6 per cento, +35.436 addetti, con una lieve ripresa della crescita tendenziale trimestrale, che ha determinato la crescita complessiva. Dal terzo trimestre dello scorso anno la variazione trimestrale degli addetti indipendenti è ritornata al segno rosso. Il trimestre in esame ha decisamente accentuato la tendenza negativa (-3,0 per cento), con la perdita di 10.372 addetti, ridottisi a 331.276. Si tratta probabilmente di un primo segnale degli effetti della pandemia. Prosegue, quindi, la tendenza all’aumento della quota dei dipendenti sul totale degli addetti, che per il complesso delle localizzazioni di impresa ha raggiunto negli ultimi dodici mesi l’80,6 per cento, con un incremento di 3,8 punti percentuali rispetto a 5 anni prima.
I macrosettori: in calo industria e commercio
L’aumento degli addetti non è diffuso in tutti macrosettori, il dato trimestrale tendenziale è divenuto negativo per l’industria e il commercio. Nel trimestre la crescita degli addetti è stata trainata dal settore dei servizi, nel quale sono giunti a 1.015.032 con un aumento di 19.941 addetti (+2,0 per cento). Come anticipato la dinamica è divenuta negativa nel commercio, nel quale gli addetti risultano 289.675 e sono diminuiti dell’1,0 per cento (-2.947 unità), con una inversione di tendenza anticipata dal rallentamento della crescita nei trimestri precedenti. La crescita nel complesso dei servizi deriva quindi da quella degli addetti dell’insieme degli altri servizi che ammontano a 725.357 e sono saliti di 22.888 unità rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno, con una forte accelerazione della crescita (+3,3 per cento). L’industria con 496.0070 addetti è l’altro settore che evidenzia segni di difficoltà, con 8.350 addetti in meno. L’affievolirsi della crescita del trimestre precedente è divenuto un deciso passo indietro nel trimestre in esame (-1,7 per cento). Le costruzioni escono dalla crisi dal punto di vista degli addetti impiegati nel settore, che risultano 139.610 e hanno messo a segno un aumento di 7.069 unità, con un notevole aumento tendenziale (+5,3 per cento).
Infine, al di là delle forti oscillazioni stagionali, gli addetti in agricoltura risultano 81.624 e sono aumentati dell’8,5 per cento (+6.404 unità).