Mattinata di saluti e di confronto quella vissuta al Comando Provinciale dei Carabinieri di Reggio Emilia per la visita del nuovo Prefetto di Reggio Emilia Dr.ssa Maria Rita Cocciufa che ha voluto incontrare il comandante Provinciale dei Carabinieri di Reggio Emilia, Colonnello Andrea Milani e salutare di persona l’Arma reggiana, con la quale si appresta a vivere un rapporto lavorativo di “intensa, vera e costruttiva collaborazione”.
Non una semplice formalità ma una visita sentita per ciò che l’Arma dei Carabinieri di Reggio Emilia, in termini di fattiva collaborazione, rappresenta nell’attività di controllo del territorio e soprattutto – come sottolineato dallo stesso Prefetto – nell’ambito della delicata attività dei servizi di Ordine e Sicurezza Pubblica. Il Colonnello Milani, nel sottolineare l’importanza del coordinamento, a sua volta, ha ringraziato il Prefetto sia per le parole di stima per l’Arma, sia per l’importante segnale di continuità nell’ambito dell’azione di coordinamento tra le Prefetture e le Forze di Polizia, che consente di conseguire, sia sul piano preventivo, sia su quello repressivo, importanti risultati con il fine di mantenere il fronte unico di sicurezza ad esclusiva tutela dei cittadini. Il Prefetto è stato accolto attorno alle 10:00 dal Comandante Provinciale Colonnello Andrea Milani, dal Comandante della Compagnia di Reggio Emilia Maggiore Francesco Coratti e dal Comandante della Stazione Capoluogo Luogotenente Olindo Varratta. All’incontro, oltre al comandante, erano presenti anche il Tenente Colonnello Aniello Mautone, Comandante del Reparto Operativo, il Tenente Colonnello Alberto Ibattici, Comandante dell’Ufficio Comando, il Capitano Lucrezia Limodio, Comandante del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Reggio Emilia, nonché il Capitano Marco Spinelli e il Luogotenente C.S. Antonio Matassa, in luogo del Capitano Roberto Iandiorio, comandanti rispettivamente delle Compagnie di Castelnovo Monti e Guastalla. Presenti anche il Tenente Colonnello Laura Guerrini Comandante dei Carabinieri Forestali del Gruppo di Modena avente competenza su Reggio Emilia, ed il Capitano Sara Aielli Comandante del Nipaf di Reggio Emilia, oltre ad una rappresentanza di Comandanti di Stazione con il Tenente Francesco Mattei Comandante della Tenenza di Scandiano e personale del Nucleo Informativo. Al Prefetto sono stati mostrati i locali del Comando Provinciale e, in particolare, la Centrale Operativa, cuore pulsante del Comando Provinciale da dove transitano tutte le informazioni, le segnalazioni e le richieste che i cittadini rivolgono all’Arma e dove vengono gestiti tutti gli interventi del personale impiegato sul territorio, ed il Casellario I Unificato ove vengono custoditi i fascicoli che riguardano l’attività preventiva svolta dall’Arma. Al Prefetto Cocciufa, il Comandante Provinciale, in un apposito briefing, ha delineato la struttura e l’organizzazione dell’Arma reggiana sottolineando, tra l’altro, l’importante incremento di personale femminile dell’Arma in servizio nella nostra provincia che, con 8 Marescialli e 31 Carabinieri, ha fornito un valido contributo specie nella gestione dei 110 reati di violenza di genere perseguiti tra gennaio e maggio, previsti dal c.d. “Codice Rosso”. Nell’occasione il Colonnello Milani ha illustrato anche l’attività operativa svolta dai Carabinieri nei primi cinque mesi di quest’anno, il cui impegno nelle molteplici attività istituzionali si è concretizzato attraverso:
- 798 servizi di pattuglia e perlustrazione, che hanno visto l’impiego complessivo di 19.596 Carabinieri; 821 servizi di Ordine Pubblico, che hanno visto operare 1.639 militari;
- sono state identificate939 persone e controllati 31.533 veicoli che, nella fase repressiva, hanno prodotto 107 arresti per vari delitti, la denuncia di 1.208 persone per molteplici reati, 942 reati scoperti a fronte di 6.367 denunciati, con l’identificazione dei responsabili (tra cui 1 omicidio, 43 rapine, 77 furti, 193 truffe e frodi informatiche, 43 reati di spaccio di stupefacenti, 4 estorsioni, 12 violenze sessuali).
Sul piano della sicurezza stradale, l’intensa l’attività si è concretizzata con l’intervento dei Carabinieri in oltre 180 sinistri stradali. In tale ambito, risultano:
- 43 le persone denunciate all’A.G. (in prevalenza per guida sotto in stato d’ebbrezza e sotto l’influenza di stupefacenti);
- 677 le infrazioni al codice della strada rilevate;
- 160 le carte di circolazione ritirate per veicoli posti in circolazione senza la prescritta revisione;
- 46 le patenti ritirate (in prevalenza per guida in stato d’ebbrezza);
- 59 i veicoli sequestrati o sottoposti fermo amministrativo.
Incessante e rilevante anche l’impegno rivolto a contrastare il traffico e lo spaccio di sostanze stupefacenti, con l’accertamento di 46 reati che hanno portano all’arresto di 14 persone, la denuncia di altre 43 persone e la segnalazione quali assuntori di 90 persone tra cui 10 minori. Complessivamente sono state sequestrati circa 250 grammi di sostanze stupefacenti.
L’elemento di conferma, documentato dalle indagini antidroga concluse dai Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Emilia, è certamente l’approvvigionamento di droghe attraverso “spedizione” via posta o l’acquisto di quelle sintetiche in internet, sia attraverso il deep web ovvero quella parte di internet nascosta ai grandi motori di ricerca nella quale si trova di tutto, sia attraverso i social, Telegram su tutti.
Cosante l’impegno dell’Arma reggiana contro la criminalità organizzata, come dimostra la recente esecuzione di una misura di prevenzione patrimoniale da parte dei ROS e dei Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Emilia che ha portato al sequestro di beni, per un valore di circa 11 milioni di euro, a carico di un calabrese condannato con sentenza irrevocabile nell’ambito del processo “Aemilia” per associazione di tipo mafioso, truffa ed estorsione. Tutti reati aggravati dall’art. 416 bis.1 c.p., in quanto appartenente al sodalizio ‘ndranghetistico emiliano, storicamente legato alla cosca Grande Aracri di Cutro (KR). Importante anche il contributo informativo fornito dall’Arma reggiana alla Prefettura di Reggio Emilia per l’adozione nei primi cinque mesi di quest’anno di 27 provvedimenti interdittivi antimafia.
Nello stesso periodo, al 112 del Comando Provinciale di Reggio Emilia sono pervenute 75.860 richieste telefoniche, oltre 500 al giorno. Di queste, 131 per liti tra le mura domestiche (cosiddette liti in famiglia), in strada e tra vicini.
Altro fronte caldo in cui hanno operato i carabinieri reggiani è stato certamente quello della litigiosità e delle violenze tra le mura domestiche, che ha visto i Carabinieri operare numerosi arresti e denunce grazie anche al maggior coraggio avuto dalle stesse vittime che hanno trovato la forza di denunciare grazie anche alle specifiche norme introdotte dalla cosiddetta legge del Codice Rosso. Particolare su tale fronte è stata anche l’attenzione riposta dall’Arma per favorire la denuncia da parte delle vittime sia con la realizzazione, in collaborazione con l’Associazione Soroptimist, della cosiddetta “stanza tutta per sé” che dall’impiego nella specifica tipologia delittuosa di 39 donne in divisa in forza ai comandi dislocati nella provincia di Reggio Emilia appositamente preparate.
In particolare, tra gennaio e maggio di quest’anno si registrano:
- 110 le persone arrestate e denunciate per atti persecutori e maltrattamenti in famiglia (ipotesi di reato da cosiddetto codice rosso);
- 126 le persone arrestate e denunciate per lesioni personali;
- 17 denunciate per percosse;
- 64 persone denunciate per minacce;
Relativamente al fenomeno del bullismo e i reati ad esso correlati una decina sono stati i minori segnalati alla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni di Bologna. Le condotte vessatorie dei bulli nel caso in specie si sono concretizzate in attività delittuose concernenti minacce, lesioni personali, rapine e danneggiamenti.
Incensante, inoltre, l’impegno dei Carabinieri sul caso “Saman”, per il quale è iniziato il dibattimento processuale, recentemente avvalorato dalla possibile estradizione di Shabbar Abbas, padre della vittima, tuttora ristretto in un carcere Pakistano.
Al Prefetto è stata evidenziata la costante attività delle donne e degli uomini dell’Arma nel contrasto all’ignobile e vile fenomeno delle truffe agli anziani. Al riguardo, è tuttora in atto l’incessante campagna informativa di prevenzione portata avanti dai Carabinieri reggiani (sensibilizzazioni durante le messe, incontri promossi dai Carabinieri con gli anziani dei vari paesi, spot televisivi ed articoli stampa, ecc…), con reiterati inviti a diffidare degli estranei e a segnalare immediatamente al 112 i casi dubbi, che hanno portato a soddisfacenti risultati. Innumerevoli anche gli inseguimenti operati dai carabinieri reggiani nei confronti di malviventi sorpresi a rubare: ingente la refurtiva recuperata, sottratta alla malavita e restituita ai derubati. Attività preventiva agevolata dai “nuovi strumenti” fortemente voluti dall’Arma, in virtù del principio della sicurezza partecipata, quali il cd. protocollo di vicinato e le telecamere intelligenti dei presidi comunali, veri punto forza del contrasto preventivo alla criminalità predatoria. Operato dell’Arma senza dubbio “impreziosito” dalla specialità dei Carabinieri Forestali che, oltre a garantire maggiore capillarità sul territorio, hanno contribuito ad aumentare le competenze e le specificità nella tutela dell’ambiente, del territorio e delle acque, nonché nella sicurezza e dei controlli nel settore agroalimentare. Significativo l’impegno dei Carabinieri Forestali reggiani sul fronte delle indagini finalizzate a contrastare le condotte illecite concernenti i rifiuti.