GENOVA (ITALPRESS) – Ha preso il via alla Casa della Salute di Asl3 a Genova-Quarto e in tutte le aziende sanitarie liguri il Silver Vaccine Day, per la vaccinazione dei primi 450 cittadini liguri con più di 80 anni individuati casualmente dall’anagrafe sanitaria, per avviare in modo simbolico le prossime tappe del piano vaccinale della Liguria, che fino ad oggi ha interessato il personale sanitario e le Rsa in fase di completamento entro la prima settimana di marzo.
Testimonial dell’iniziativa in Asl3, l’architetto Renzo Piano, il primo ad essere vaccinato contro il Covid-19: “Mi sono vaccinato, miei cari coetanei, è il nostro turno. Fatelo anche voi, senza esitazione. Ricordatevi di quando eravamo bambini, e aspettavamo il giorno del vaccino come un dono prezioso. E ha funzionato: se siamo qui è perchè ci ha protetti. Così come ci ha protetti per tutta la vita la scienza medica. Ci siamo sempre fidati, fidiamoci ancora. Vaccinatevi, e fatelo anche con riconoscenza”.
Oltre all’architetto Piano, presso l’ambulatorio della Casa della Salute di Genova Quarto di Asl3 vengono vaccinate 9 persone, di cui 7 donne e 2 uomini: la più giovane è del 1940, il più anziano è del 1927. I primi ad essere vaccinati dopo l’architetto Piano sono stati: Silvana Fiorentini, del 1938; Annamaria Macchiavello del 1937 e Rosa Ardini del 1938, tutti genovesi. “Ogni azienda sanitaria – afferma il presidente della Regione Liguria e assessore alla Sanità Giovanni Toti – ha tutte le sue modalità che come sapete sono ampie, variegate e complesse per evitare che vi siano motivi che interrompano questo momento che è molto complicato. Usciamo dagli ospedali, usciamo dalle Rsa e cominciamo a vaccinare sul territorio e cominciamo a farlo dai soggetti più fragili – prosegue – cioè i nostri concittadini che hanno più di 80 anni e che sono, con tutta evidenza statistica e clinica, le prime vittime di questa pandemia: quasi il 50% dei letti occupati nei nostri ospedali e purtroppo quasi l’80% dei cittadini deceduti hanno un’età superiore agli 80 anni. Mettere in sicurezza questa fascia di persone non vuol dire solo salvare delle vite, ma ridurre drasticamente la pressione sul sistema sanitario, vuol dire fortunatamente evitare la lunga lista di decessi che abbiamo purtroppo dolorosamente contato in questi mesi”.
(ITALPRESS).