I precari della ricerca sanitaria degli IRCCS pubblici emiliano-romagnoli (IRCCS Rizzoli, IRCCS Sant’Orsola, IRCCS INSB, IRCCS AUSL RE) sono stati in assemblea per discutere del loro futuro lavorativo. Parliamo di oltre 150 professionisti della ricerca sanitaria in regione Em-Rom. che da anni, nonostante vivano nel precariato, sono uno degli importanti pilastri di questi IRCCS e contribuiscono quotidianamente alla loro eccellenza internazionale. I ricercatori sanitari e i collaboratori di ricerca hanno acquisito, infatti, un ulteriore contratto a termine di 5+5 anni con l’istituzione della Piramide della Ricerca (legge 205/2017) dopo decenni di precariato (co.co.co, co.co.pro., 15 octies, partite IVA e contratti di formazione come le borse di studio spesso utilizzate per mascherare un lavoro subordinato a tutti gli effetti).
A seguito di un grande sforzo di concertazione, maggioranza e minoranza avevano approvato nelle Commissioni Finanze e Affari Sociali della Camera l’articolo 16bis al decreto Bollette per porre fine alla pluridecennale precarietà che affligge i lavoratori della ricerca sanitaria, i quali non sono mai stati contemplati nelle varie stabilizzazioni che si è tentato di inserire nelle Leggi di Bilancio approvate negli ultimi anni. Nella notte tra il 16 e 17 maggio scorsi è stato stralciato tale articolo a seguito di una relazione del Servizio Bilancio dello Stato in quanto “ai fini di valutarne l’impatto finanziario – è scritto nella relazione consegnata alla Camera dei Deputati – appare necessario disporre di dati aggiornati circa la potenziale platea interessata dalle assunzioni a tempo indeterminato”, tenuto conto che ultimi dati inviati dal Ministero al Servizio Bilancio stesso risalgono al 30 giugno 2016. Giovedì 18 maggio vi è stata l’approvazione corale, multipartitica e unanime della Camera dell’ordine del giorno che “impegna il Governo a prevedere le misure economiche e normative volte alla stabilizzazione delle centinaia di lavoratori e lavoratrici precari” ma ad oggi nulla è cambiato.
Riteniamo che non possa essere precario il lavoro di chi tutela un diritto fondamentale sancito dalla Costituzione, per questo FP CGIL, CISL FP e UIL FPL hanno indetto lo stato di agitazione a livello nazionale e anche i lavoratori e le lavoratrici degli IRCCS della regione Emilia Romagna aderiranno ai presidi nazionali che saranno organizzati dinanzi ai Ministeri di Salute e Finanze, tenendosi pronti anche ad azioni più incisive, fino ad arrivare allo sciopero, nel caso in cui le promesse fatte a livello governativo non venissero esaudite.
Per continuare a mantenere viva l’attenzione su questa situazione che ormai è in palese violazione anche di direttive europee, col rischio di deferimento delle autorità italiane alla Corte di Giustizia Europea, nei prossimi giorni i lavoratori della ricerca degli IRCCS pubblici emiliano romagnoli appenderanno i camici alle finestre degli istituti in segno di protesta pur continuando a garantire ogni giorno, con la loro professionalità, quella sanità di eccellenza vanto degli IRCCS.
La ricerca scientifica è la linfa vitale per l’innovazione tecnologica della sanità pubblica, ed è necessario ricordare a tutti che i professionisti che ne sono l’anima sono lavoratori, non fantasmi invisibili, e meritano pieni diritti con una condizione lavorativa dignitosa.
(FP CGIL, CISL FP, UIL FPL IRCCS Istituto Ortopedico Rizzoli, IRCCS Sant’Orsola, IRCCS INSB, IRCCS AUSL RE)