Eduardo, questo il nome dell’esemplare femmina recuperato, è uno degli Ibis Eremita monitorati tramite GPS grazie al progetto “Life” (L’Instrument Financier pour l’Environnement) risultava immobile da giorni: a seguito di ricerche tramite le ultime posizioni segnalate è stato possibile ritrovarlo anche grazie all’ausilio di un cittadino che vedendo l’animale in difficoltà si è adoperato per il recupero segnalando la sua presenza.
Su diversi esemplari di Ibis eremita reintrodotti sono stati installati dei trasmettitori ad energia solare del peso di 20 grammi che registrano ad intervalli di un’ora la posizione degli uccelli permettendo il monitoraggio degli spostamenti. E’ grazie a queste sofisticate apparecchiature che i Carabinieri Forestali, informati dalla direzione del progetto dell’anomala non attività dell’esemplare, hanno potuto localizzarlo.
Il recupero è stato necessario perché quando c’è neve gli Ibis non riescono a nutrirsi: Eduardo era molto debole, non mangiava da giorni ed è per questo motivo l’Associazione Waldrappteam, preoccupata per la sua salute, ha chiesto l’intervento dei Carabinieri Forestali.
Ora è affidato alle cure del Centro “il Pettirosso“ di Modena che provvederà agli accertamenti clinici e al suo recupero per poterlo poi reintrodurre nuovamente in natura.
L’Ibis Eremita (Geronticus eremita) oggi è una delle specie maggiormente minacciate a livello mondiale.
I primi riferimenti alla persecuzione degli ibis eremita risalgono a documenti del XVI secolo. Gli uccelli erano considerati come prelibatezze e perseguiti in modo specifico. Questo ibis era originariamente un uccello migratore in tutto il suo areale, che lasciava le zone di riproduzione in autunno per trovare un habitat più adeguato per l’inverno. Le poche popolazioni rimaste hanno però oggi perso la loro tradizione migratoria a causa dell’influenza umana e sono quindi definite sedentarie.
Grazie ai progetti “Life”, dopo 20 anni di sforzi di reintroduzione, all’inizio del 2022 quasi 200 ibis eremita vivevano di nuovo nelle Alpi europee. Tutti questi uccelli provengono da diverse colonie appartenenti a degli zoo e sono stati rilasciati con l’obiettivo di diventare una popolazione migratoria.
Il progetto di reintroduzione (http://waldrapp.eu/index.php/it/) è il primo tentativo, su base scientifica, di reintroduzione di una specie migratrice nella sua area di origine.
Come indicato dal sito dell’Associazione Waldrappteam se viene avvistato un Ibis eremita e magari viene fatta una foto si può segnalarlo scrivendo a info@waldrapp.eu: messaggi di questo tipo sono molto importanti per il progresso del progetto come è importante seguire alcune regole di comportamento per fare in modo che gli esemplari possano mantenere il loro comportamento naturale e a migrare con successo.