Piogge che non si erano mai viste da 100 anni a questa parte, rinforzate dallo scioglimento repentino della neve caduta in Appennino per circa 40 centimetri dovuta a un improvviso innalzamento della temperatura.
È la situazione che domenica 6 dicembre ha contribuito a produrre, con la rotta arginale, l’esondazione del Panaro e la piena del Secchia nel modenese.
Una realtà, quella dei continui eventi di maltempo legati al cambiamento climatico, che per la Regione è una priorità cui dare risposte strutturali: dall’alluvione del 2014 sono stati realizzati e programmati interventi per circa 170 milioni di euro tra Secchia, Panaro e Naviglio. Risorse fondamentali per la realizzazione delle Casse di espansione e per l’innalzamento di alcuni tratti critici delle arginature del Secchia, opere che hanno permesso di evitare lo scenario peggiore nelle ore immediatamente successive agli eventi alluvionali nel modenese di domenica scorsa.
“Ma non è bastato, e lo dico con amarezza, la stessa che ho visto negli occhi di chi da anni lavora su questi corsi d’acqua- spiega l’assessore regionale all’Ambiente e Protezione civile, Irene Priolo, nella sua relazione in Aula, dove ha svolto la comunicazione su quanto successo che la Giunta aveva chiesto di poter fare in Assemblea legislativa-. Per questo abbiamo chiesto al ministero dell’Ambiente, competente per legge, di prevedere 115 milioni di euro nel Next generation Ue per il solo nodo idraulico modenese, per interventi pronti a partire, sugli 870 complessivi che abbiamo previsto per la messa in sicurezza del territorio in tutta l’Emilia-Romagna. Cantieri già individuati e, ripeto, pronti a partire, per una programmazione vera e strategica in grado di rispondere oggi e nel futuro a eventi che, lo sappiamo già, potranno essere sempre più frequenti e drammatici. Non bastano, infatti, i 15 milioni di euro che quest’anno ci sono arrivati dal Fondo nazionale. Non cerchiamo certo alibi, non possiamo farlo innanzitutto per rispetto alle popolazioni colpite, vogliamo assumerci le responsabilità che ci competono e soprattutto trovare soluzioni, contando sulla collaborazione del Governo, confermata anche nei giorni scorsi”.
Due, quindi, gli assi dell’azione regionale: il primo riguarda le infrastrutture, con fondi adeguati e procedure più rapide per accelerare la loro realizzazione; il secondo la manutenzione, con l’obiettivo che la Giunta si è data di “raddoppiare i fondi regionali, portandoli da 50 a 100 milioni di euro”.
Proseguono poi i lavori per ritornare la normalità nelle aree colpite: “Ora, dopo la chiusura della falla in meno di 24 ore ad opera di Aipo e con la ripulitura delle case che si sta ultimando a Nonantola- prosegue Priolo-, la prima domanda che ci poniamo riguarda le cause della rotta. Per questo, come già annunciato, stiamo perfezionando un provvedimento della Giunta per far nascere un’apposita Commissione tecnica speciale che in pochi giorni accerti i fatti, le cause e le responsabilità in sede tecnica. Risposte che devono arrivare rapidamente”.
“Infine, voglio esprimere la mia vicinanza a tutti i cittadini di Nonantola e dei territori più colpiti dall’esondazione- chiude l’assessore- e ringraziare le donne e gli uomini che hanno lavorato al nostro fianco in questi giorni a partire dagli oltre 400 volontari della nostra regione e i 200 della Protezione civile di Piemonte, Lombardia e Veneto, oltre ai sindaci, ai tecnici dell’Agenzia regionale per la sicurezza del territorio e Protezione civile, ai Vigili del fuoco, alle forze dell’ordine e tutte le istituzioni. Proprio per questo, per stare al fianco della popolazione, stiamo già attivando tutte le procedure anche per la ricognizione dei danni sul patrimonio pubblico, sulle abitazioni dei cittadini e le attività produttive”.
Nella giornata di lunedì 7 dicembre, il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, ha subito firmato la richiesta della dichiarazione di stato di emergenza nazionale. Lo stesso giorno, la Giunta regionale ha stanziato 2 milioni di euro per il rapido riavvio delle attività economiche, fondi destinati ai primi ristori economici per i pubblici esercizi, bar, ristoranti e negozi, attività che erano già state messe duramente alla prova dalle misure anti-Covid.
Si tratta di rimborsi che potranno essere concessi secondo modalità che verranno rapidamente definite con i sindaci e le associazioni di categoria in sede locale, a cui potranno poi affiancarsi i rimborsi derivanti dalla dichiarazione dello stato di emergenza nazionale.