Ha pubblicato una inserzione sul web per vendere casse amplificate, ma anziché ricevere i 500 euro pattuiti si è ritrovata il conto alleggerito per ben 1.000 euro. E’ stata contattata da un sedicente acquirente che, oltre a mostrarsi molto interessato all’acquisto, si è detto disponibile per effettuare immediatamente il pagamento. L’unica e, aggiungiamo noi, oramai classica richiesta avanzata dall’acquirente, è stata relativa al metodo di pagamento concordato con la modalità della ricarica del conto attraverso l’utilizzo del bancomat, operazione possibile solo attraverso l’inserimento di un codice fornito dall’acquirente.
In contatto telefonico con l’acquirente la vittima, una casalinga 66enne di Rubiera, recatasi a eseguire l’operazione su indicazione dell’interlocutore, effettuava una serie di operazioni ma anziché ritrovarsi accreditati i soldi si vedeva il conto svuotato per ben 1.000 euro. Le operazioni che via telefono gli spiegava l’interlocutore avevano ricaricato il conto intestato a una sua complice. A questo punto il falso acquirente chiudeva la conversazione con la promessa di rimborsare la malcapitata 66enne che tuttavia non riceva più alcuna notizia. Materializzato di essere rimasta vittima di una truffa, la donna si rivolgeva ai carabinieri della stazione di Rubiera formalizzando la relativa denuncia. Dopo una serie di riscontri i militari indirizzavano le attenzioni investigative sugli odierni indagati: un 22enne di Castello di Cisterna in provincia di Napoli, e una 25enne residente a Marcon, nel veneziano, entrambi con a carico specifici precedenti di polizia, nei confronti dei quali venivano acquisiti incontrovertibili elementi di responsabilità in ordine al reato di truffa, per la cui ipotesi di reato venivano denunciati.