«Assunzioni di personale, risorse e garanzie: questo chiediamo alla Regione Emilia-Romagna, considerata un parametro di riferimento nazionale per la sanità pubblica». Lo scrive la Cisl Funzione pubblica Emilia-Romagna in una nota in cui annuncia presidi davanti a tutte le aziende sanitarie territoriali e alla Regione a partire dal 4 luglio.
«Nei giorni scorsi la Regione ha presentato il piano di smaltimento delle liste di attesa. Però non si capisce come sarà attuato – afferma la Cisl – Senza potenziare il personale si corre il rischio concreto, ancora una volta, di cedere al privato pezzi di sanità pubblica.
L’investimento sul personale è inoltre indispensabile per implementare l’assistenza territoriale in attuazione del Pnrr. Infermiere di famiglia, Osco, case della comunità, Cot (centrali operative territoriali) sono nuovi modelli di assistenza territoriale che rischiano di rimanere solo sulla carta senza un investimento concreto sul personale, programmazione e pianificazione delle priorità.
Sul tema delle risorse al personale, poi, – continua la Cisl Fp regionale – succede che se si assume personale cala lo stipendio di chi è già in servizio.
Questo paradosso non è frutto della pandemia, ma di un problema che si trascina dal 2018 a causa della scelta politica di tagliare i costi della sanità.
Ribadiamo la richiesta di garantire il giusto riconoscimento economico ai 60 mila dipendenti del servizio sanitario regionale, ai quali non basta il rinnovo contrattuale di cui sono in corso in queste ore le trattative a livello nazionale.
Per rilanciare la sanità bisogna partire dai professionisti», conclude la Cisl Funzione pubblica Emilia-Romagna.