Nella notte tra domenica 29 e sabato 30 settembre, intorno alle ore 00:30, personale della Squadra Volanti interveniva nei pressi di una abitazione in via Giordano Bruno a seguito di una segnalazione, pervenuta alla locale Sala Operativa, effettuata da parte di un residente che riferiva la presenza di quattro soggetti che tentavano di entrare nel suo appartamento.
Giunti immediatamente sul posto, gli agenti notavano quattro soggetti che, con fare furtivo, tentavano di allontanarsi dall’abitazione. Grazie alla tempestività e al coordinamento degli operatori di Volante, gli agenti riuscivano a bloccare tutti e quattro i soggetti che si mostravano molto insofferenti al controllo.
In quel momento, li raggiungeva in strada il richiedente, un soggetto nigeriano, in lacrime e con gli abiti strappati, che riferiva di essere stato raggiunto alla porta di ingresso della sua abitazione da questi soggetti che chiedevano con insistenza di entrare per poi scardinare con violenza la porta, entrare e aggredirlo anche con l’ausilio di un coltellino e una mazza da baseball.
Sulla base di questa versione, gli operatori procedevano immediatamente ad una perquisizione sul posto dei soggetti, quattro nigeriani di 32, 28, 27 e 26 anni tutti con precedenti per reati contro la persona e il patrimonio.
L’attività di perquisizione dava esito positivo in quanto addosso a tre dei quattro soggetti venivano rinvenuti due spray al peperoncino, un passamontagna, alcuni coltellini e una mazza da baseball in metallo. All’interno dell’abitazione, inoltre, veniva rinvenuto un piede di porco presumibilmente utilizzato dai soggetti per introdursi nell’appartamento.
Alla luce di quanto accaduto e ricostruito, i quattro soggetti nigeriani venivano accompagnati presso i locali della Questura dove, al termine degli accertamenti di rito, venivano deferiti in stato di libertà per l’ipotesi di reato di lesioni personali in concorso mentre, tre di loro, venivano deferiti anche per l’ipotesi di reato di porto abusivo di armi od oggetti atti ad offendere.
Tutte le armi e gli oggetti rinvenuti venivano immediatamente sottoposti a sequestro, mentre il soggetto richiedente veniva accompagnato presso il pronto soccorso al fine di ricevere le cure del caso.