“Apprezziamo la scelta, contenuta nel decreto Pnrr, di introdurre la patente a punti della sicurezza, così come concordiamo con la volontà di iniziare a ottobre 2024 proprio dal settore dell’edilizia. Una nuova patente a punti che vuole essere uno strumento di qualificazione dell’impresa e proprio per questo deve essere attuata prevedendo strumenti aggiuntivi già in essere e attori con esperienze concrete già riconosciute da norme e istituti. In questo senso, nell’ottica di un fondamentale dialogo con le parti sociali, sarà di basilare importanza il coinvolgimento del sistema bilaterale dell’edilizia quale elemento di qualificazione del settore delle costruzioni”.
È quanto ha affermato il segretario generale degli edili (Filca) della Cisl Emilia-Romagna Mauro Venulejo a margine dei consigli generali della Filca regionale e della Filca dell’Area metropolitana bolognese, riuniti in maniera congiunta oggi a Bologna alla presenza del segretario generale nazionale della categoria Enzo Pelle e del segretario generale della Cisl ER Filippo Pieri.
“D’altro canto, concreti passi in avanti in materia di regolarità sono stati fatti già in passato, riconoscendo alle Casse Edili la certificazione del Durc e il calcolo della congruità della manodopera, sia nei lavori pubblici che nei privati. Attori del sistema edile che collaborano attivamente con l’Ispettorato Nazionale del Lavoro già da tempo”, ha continuato il dirigente della categoria Cisl che in regione vanta quasi 15 mila iscritti.
Un’idea, peraltro, di cui la Filca già parlava 21 anni fa, a partire dal 2003, ma che purtroppo finora non ha mai trovato applicazione pur essendo stata introdotta in alcuni decreti precedenti (81/2008 e 106/2009).
“La cronaca – ha proseguito – ci ha mostrato un paese sfregiato da una lunga scia di sangue. Non è tempo di proclami, bisogna porre un freno a queste tragedie che si ripetono quotidianamente e mettere in cima alle priorità la salvaguardia della salute e della vita dei lavoratori”.
Tragedie di cui neanche l’Emilia-Romagna è indenne, visto che sono stati 91 i decessi da gennaio a dicembre 2023 (contro gli 88 del 2022): 70 quelli rilevati in occasione di lavoro (11 in più dello scorso anno) e 21 quelli in itinere (8 in meno del 2022). Il più elevato numero di decessi totali si è verificato nelle province di Bologna e Modena (15). Seguono: Forlì Cesena (13), Parma (12), Ravenna (11), Piacenza (8), Reggio Emilia e Ferrara (7) e Rimini (3).
“Numeri inaccettabili – ha concluso Venulejo – che indicano come la salute e sicurezza nei luoghi di lavoro debba essere una priorità assoluta che istituzioni, imprese e sindacati devono perseguire insieme con tenacia, convinzione e continuità”.