Sono anni che la CGIL chiede che i Teatri, così come tutti i centri di produzione e circuitazione dello spettacolo dal vivo, rispettino una soglia minima di regole per i corretti trattamenti contrattuali.
Per la nostra Regione, queste regole sono state raccolte in un protocollo di buone pratiche fra sindacati confederali e Regione, votato all’unanimità dal Consiglio Regionale Emilia-Romagna, con l’impegno delle istituzioni di applicarla e farla applicare da chiunque ricevesse pubblici finanziamenti, nonché promuoverla fra tutti gli operatori del settore.
I Teatri della Regione sono stati più volte sollecitati ad applicare e far applicare questi pratiche per il personale direttamente assunto e scritturato ma sopratutto per il personale somministrato da altri soggetti:
– utilizzare per tutti i lavoratori e le lavoratrici che concorrono alla realizzazione degli spettacoli il CCNL attinente e sottoscritto dai sindacati maggiormente rappresentativi nel settore,
– retribuire anche i periodi reali di prova e i riposi settimanali
– versare i contributi nel Fondo Previdenziale Lavoratori Spettacolo INPS
– rilasciare (ai sensi art. 66 c.17 l. a DL 73/2021) la certificazione attestante l’ammontare della retribuzione giornaliera corrisposta e dei contributi versati.
Il mancato rispetto di questi punti, dovuto al voler privilegiare il risparmio economico a danno anche della qualità artistica, ha comportato e comporta perdite retributive e contributive, insieme ad arbitrarietà e inaccettabili ritorsioni nei meccanismi assunzionali.
Le sole risposte che abbiamo sinora ricevuto sono sostanzialmente che tutti i Teatri in Regione fanno così.
Il “così fan tutti” quando si tratta di diritti e buone pratiche è sempre inaccettabile; lo è a maggior ragione in un territorio che della legalità e dei patti per il Lavoro ha fatto il proprio biglietto da visita. In questo caso peraltro, e per fortuna, corrisponde solo in parte al vero perché non mancano le realtà dello spettacolo che hanno scelto la via del confronto sindacale, della verifica e della certificazione sociale. Invitiamo i Teatro della nostra regione a percorrere questa strada.
(Sindacato Lavoratori Comunicazione Emilia-Romagna-CGIL)