L’affitto è la voce che incide maggiormente nei bilanci delle famiglie, e le difficoltà economiche dovute all’emergenza sanitaria stanno aumentando, anche in Emilia-Romagna, il rischio di sfratto. Un dramma nel dramma, per chi non riesce più a pagare l’affitto perché ha perso il lavoro, ha dovuto chiudere la propria attività, si è trovato a sostenere forti spese impreviste o si è ammalato; al timore per il rischio sanitario si aggiunge quello di perdere la casa.
Un aiuto concreto ai cosiddetti “inquilini involontariamente morosi” arriva con lo stanziamento, – approvato in questi giorni con una delibera di Giunta -di 831 mila euro: contributi destinati ai Comuni che, attingendo al fondo gestito dalla Regione con risorse statali, dovranno destinarli alle persone in difficoltà economica che non riescono a far fronte alle spese dell’affitto.
Una misura già esistente, tanto è vero che dal 2014 sono stati destinati a questo scopo oltre 25 milioni di euro, che viene adesso rafforzata a causa dell’emergenza Covid-19. La novità di quest’anno è che in questa fase di criticità economica legata alla pandemia si amplia la platea dei beneficiari del provvedimento.
Potranno accedere ai contributi, infatti, non solo i nuclei famigliari – anche composti da una sola persona – in difficoltà che hanno ricevuto un avviso di sfratto (come avveniva negli scorsi anni) ma anche coloro che, pur non essendo destinatari di provvedimenti esecutivi di sfratto, dichiarino tramite autocertificazione di aver subito, in ragione dell’emergenza sanitaria, una perdita del proprio reddito Irpef superiore al 30% nel periodo marzo-maggio 2020 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e di non essere nelle condizioni di pagare l’affitto di casa.
L’ intero pacchetto di risorse stanziate per il 2020 viene assegnato a 11 Comuni e 2 Unioni di Comuni dell’Emilia-Romagna con popolazione superiore ai 50.000 abitanti, e si somma ai 24,6 milioni di euro erogati dal 2014 a oggi, per un totale che complessivamente supera i 25 milioni di euro. Questo intervento va dunque ad affiancarsi al fondo affitto 2020 con 15 milioni stanziati dalla Regione a tutti i Comuni nel mese di giugno.
“I problemi causati dalla pandemia non sono e non saranno solo di carattere sanitario, perché anche quelli sociali ed economici assumono un carattere di estrema urgenza- sottolinea la vicepresidente con delega al Welfare e alle Politiche abitative, Elly Schlein. Con questo provvedimento, dopo il Fondo Affitto regionale 2020, arrivano nuove risorse per sostenere le famiglie in difficoltà con l’affitto che rischiano di perdere la casa. È importante – continua la vicepresidente – agire su più fronti e con tutti gli strumenti che abbiamo, specie quelli che presentano una forte valenza sociale, per neutralizzare il più possibile gli effetti della crisi che rischiano di aumentare le diseguaglianze, e garantire il diritto all’abitazione come fattore fondamentale di inclusione, coesione sociale e qualità della vita”.
Chi può ottenere il contributo
L’importo massimo del contributo è di 12 mila euro per nucleo familiare, anche composto da una sola persona. Possono usufruire del fondo le famiglie con cittadinanza italiana o di area Ue, se extraeuropee in possesso di regolare permesso di soggiorno, che abbiano un reddito Isee (Indicatore della situazione economica equivalente) fino a 26 mila euro. Devono aver ricevuto un avviso di sfratto per morosità, essere titolari di un contratto di locazione regolarmente registrato e residenti nell’alloggio oggetto della procedura da almeno un anno, e non possedere altre abitazioni. Tra i criteri preferenziali, la presenza di un ultrasettantenne o di un figlio minore, oppure di una persona con invalidità accertata per almeno il 74%, o ancora di un familiare in carico ai servizi sociali o alle Ausl.
Per quest’anno, in via straordinaria, a seguito dell’emergenza da Covid, possono rientrare anche le famiglie prive di provvedimento di sfratto in corso, che abbiano subito una diminuzione del reddito di oltre il 30% tra marzo e maggio rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente e che non dispongano di sufficiente liquidità per far fronte al pagamento del canone di locazione. Saranno i Comuni a provvedere all’assegnazione dei contributi, sulla base dell’istruttoria che accerta i requisiti di accesso.
Gli sfratti esecutivi per morosità in Emilia-Romagna
In Emilia-Romagna, sulla base dei dati in possesso della Regione, gli sfratti esecutivi per morosità evidenziano un calo rispetto al passato: prima della crisi economica, nel 2005 erano 3.504, passati a 4.471 nel 2007. La punta massima si è toccata nel 2012, con 7.406, mentre nel 2015 il numero è sceso a 5.916, per poi abbassarsi a 4.365 nel 2017 e toccare il minimo storico nel 2018 (ultimo dato utile) con 3.831 sfratti.