Le scelte del Governo Meloni riguardo al blocco della cessione dei crediti e dello sconto in fattura metterà a rischio migliaia e migliaia di posti di lavoro in Emilia-Romagna e decine di aziende serie. Questo governo attacca il settore delle costruzioni e manca di una visione strutturale per il futuro green del Paese, per l’efficientamento energetico, la riqualificazione, la rigenerazione urbana e misure volte a contrastare il dissesto idrogeologico. Le decisioni assunte nell’ultimo Consiglio dei ministri rischiano di produrre effetti negativi in tutto lo scenario economico emiliano- romagnolo.
Gli effetti di tale decisione mettono a rischio la perdita di migliaia e migliaia di posti di lavoro diretti, l’esclusione della maggioranza della popolazione costituita da lavoratori dipendenti, partite Iva, pensionati, giovani, precari e disoccupati di accedere ai bonus edilizia, costringendoli a vivere in abitazioni vetuste ed energivore dove la classe energetica di riferimento è la classe D, rendendo i bonus misure esclusivamente per le classi agiate. Inoltre, non si potrà attuare in Italia la rivoluzione green in base ai parametri europei ed all’agenda ONU. Oggi il nostro patrimonio residenziale è tra più inquinanti al mondo.
Le scellerate misure del Governo, inoltre, mettono a rischio anche le tante imprese serie che hanno investito in questa misura. Disinvestire nel settore delle costruzioni rischia di affossare l’intera economia del Paese, in quanto il settore delle costruzioni per la propria natura anticiclica rappresenta un volano per l’economia (1 euro investito in edilizia equivale a 3 euro in economia reale). Oggi, invece, rischiamo di assistere alla perdita di migliaia di posti di lavoro, centinaia di imprese serie che rischiano di non superare i prossimi mesi a causa di una scelta politica sbagliata.
Noi facciamo un appello alla responsabilità del Governo e delle forze politiche affinché apportino immediatamente misure che permettano di sostenere il settore delle costruzione e l’economia green. Qualora il Governo non dovesse apportare modifiche al decreto saremo pronti alla mobilitazione regionale e nazionale in difesa dei posti di lavoro.