Lo “Slow tour padano” di Patrizio Roversi, trasmissione in onda alla domenica alle 14.15 su Rete 4, domenica 20 dicembre fa tappa a Modena. Sulla sua Moto Guzzi d’epoca, Patrizio attraversa il centro storico cittadino e il sito Unesco di piazza Grande con Duomo e Ghirlandina patrimonio mondiale dell’umanità, viaggia nel tempo con la sua motocicletta visitando il Parco archeologico della Terramara di Montale, dove scopre qualcosa in più sulla Pianura Padana di 3.500 anni fa e sugli insediamenti terramaricoli. Alla realizzazione della puntata ha collaborato anche il Comune per gli aspetti organizzativi, mettendo a disposizione della produzione immagini e fornendo supporto per le riprese.
Al centro dello “Slow tour” di domenica 20 c’è il cosiddetto “oro nero” di Modena.
Quella dell’aceto balsamico è una passione, scrivono gli autori del programma, che si tramanda di generazione in generazione nel segreto delle soffitte padane, dove quel clima impossibile che fa soffrire l’uomo, compie nelle botti una magia alchemica! Roversi visita due acetaie: una a conduzione famigliare e una invece più grande, per seguire il filo rosso della tradizione e della produzione, capire le differenze fra Aceto Balsamico di Modena Igp e Aceto Balsamico Tradizionale di Modena Dop.
“Slow Tour Padano”, coproduzione di E.G.E. e Per Caso, è il nuovo programma di Patrizio Roversi in onda su Rete 4: un giro per la Pianura Padana, da Milano al Delta del Po, a bordo di una Guzzi Astore d’epoca, un po’ moto e un po’ trattore, come quella con cui andava in giro per Gualtieri Antonio Ligabue! Un viaggio in sei puntate per raccontare territorio, agricoltura e prodotti dal punto di vista dei consumatori, in cui, spiega Roversi, “cibo e territorio sono un punto di partenza, per andare in tante direzioni. Come il calice d’una margherita che fa da corolla / corollario a tanti petali / argomenti diversi: ambiente, paesaggio, linguaggio, storia, gastronomia, salute, economia, ecologia, turismo. Per riempire di esempi reali e significato concreto parole fin troppo abusate come biodiversità, tipicità, territorio”.