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Tecnologie strategiche, la Commissione europea ha ricevuto la proposta della Regione
Paolo Calvano (foto di Pietro Ballardini – copyright Regione Emilia-Romagna A.I.C.G.)

Più risorse per le tecnologie strategiche in Emilia-Romagna. Ammontano a 61,5 milioni di euro le risorse del Por Fesr della Regione per attuare gli obiettivi di STEP, la nuova Piattaforma per le Tecnologie Strategiche per l’Europa introdotta dal Regolamento (UE) 2024/795.

Nelle scorse settimane la Regione ha presentato alla Commissione europea la proposta di rimodulazione del Programma Regionale FESR 2021-2027 per aderire a STEP.

Ora il via libera alla Piattaforma che destina 22,5 milioni di euro alle tecnologie digitali, 15 milioni alle tecnologie pulite, 12,5 milioni alle biotecnologie e 11,5 milioni ad attività di ricerca e innovazione per sostenere gli investimenti delle imprese, incluse le grandi, che investono nello sviluppo e nella produzione di tecnologie avanzate.

“Per l’Emilia-Romagna è una spinta a fare di più e meglio- commentano gli assessori allo Sviluppo economico, Vincenzo Colla, e al Bilancio, Paolo Calvano- in tre settori di grande rilievo per il nostro sistema produttivo che trova nell’ecosistema della ricerca e dell’innovazione un fattore importante in grado di contribuire appieno agli obiettivi perseguiti da STEP. Grazie alla rimodulazione delle risorse europee l’Emilia-Romagna può potenziare ricerca e investimenti per un’economia sempre più strategica e sostenibile. Questo provvedimento contribuisce a spingere la Regione verso l’obiettivo del 3% di spesa in ricerca e innovazione, rafforzando sempre più il sistema integrato fra le nostre università, i centri di ricerca e le filiere e creando lavoro di qualità”.

L’obiettivo della Piattaforma, infatti, è ridurre le dipendenze dell’Unione in settori strategici, potenziare la competitività dell’Unione adattando la sua base economica, industriale e tecnologica alle transizioni verde e digitale, sostenendo lo sviluppo o la fabbricazione di tecnologie critiche in tutta l’Unione, o salvaguardando e rafforzando le rispettive catene del valore nei tre settori delle tecnologie digitali e deep tech, delle tecnologie pulite ed efficienti sotto il profilo delle risorse e delle biotecnologie.

 

Le tecnologie strategiche in Emilia-Romagna

La Commissione europea ha individuato come strategiche le tecnologie digitali, le tecnologie pulite e le biotecnologie. La riprogrammazione della politica di coesione 2021-27 permette di destinare, nel caso dell’Emilia-Romagna, 61,5 milioni di euro di risorse Fesr a questi tre settori.

Il settore delle digital technologies vede nel Tecnopolo Manifattura di Bologna una concentrazione di opportunità nell’ambito del supercalcolo con gli importanti investimenti già effettuati quali ad esempio il supercomputer Leonardo della Commissione Europea o il campione nazionale Centro Nazionale di Ricerca in HPC, Big Data e Quantum Computing, finanziato dal PNRR, che posizionano la regione e le sue imprese ad un livello di competitività internazionale, con un grande potenziale di incidenza sulle tecnologie STEP.

A questi si aggiunge la nuova Bologna Quantum Alliance (BOQA), che va ad arricchire l’ecosistema dell’innovazione dell’Emilia-Romagna con un’intesa, siglata alla vigilia del G7 Scienza e Tecnologia,  che riunisce Università di Bologna, Consorzio Interuniversitario CINECA, Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (CMCC), Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) e Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV). L’accordo mette a sistema le tante competenze distribuite sul territorio nazionale legate a temi d’avanguardia della scienza quantistica, dalla ricerca fondamentale alle applicazioni scientifiche e industriali per dare un forte impulso allo sviluppo dell’intera filiera quantistica, promovendo ambiti strategici come quello dei computer quantistici, delle comunicazioni quantistiche sicure e della sensoristica quantistica di precisione.

Quanto al settore delle biotecnologie, in Emilia-Romagna il distretto biomedicale è considerato il più importante del settore in Europa e terzo nel mondo, dove hanno sede imprese specializzate nella produzione di presidi medicali, apparecchiature e prodotti per applicazioni terapeutiche.

Si tratta di imprese, anche multinazionali, che introducono innovazione continua sviluppando prototipi e brevetti le cui applicazioni sono diffuse a livello internazionale. Alle aziende operanti nel settore si affiancano diversi centri di ricerca specializzati: il Tecnopolo di Ozzano (Bologna) ed il Tecnopolo di Mirandola (Modena) che forniscono alle imprese servizi in grado di accrescere la capacità di R&D delle imprese su farmaci e dispositivi medici e di ridurre il time to market. Inoltre, gli Ircss-Istituti di ricovero e Cura a Carattere Scientifico (5 pubblici e 2 privati) dell’Emilia-Romagna svolgono specifiche attività di ricerca biomedicali con impatti significativi sulla domanda di tecnologie e prodotti del settore sanitario. Per rafforzare ulteriormente il settore, la Regione ha previsto poi di sviluppare con l’Università di Modena e Reggio Emilia il nuovo corso di laurea in Bioingegneria per l’innovazione in medicina, a partire dall’anno academico 2024/2025.

Anche il settore biofarmaceutico può contare su un comparto industriale ben sviluppato con numerose piccole e medie imprese ed alcune grandi imprese di rilevanza internazionale che hanno stabilito forti collegamenti con i centri di ricerca regionali e che sono coinvolte in varie fasi della catena del valore dei biofarmaci, dalla ricerca e sviluppo alla produzione e commercializzazione.

Per il settore delle clean technologies, le imprese hanno avviato consistenti investimenti in ricerca e sviluppo di materiali e tecnologie in grado di ridurre l’impatto sull’ambiente. Altrettanto rilevante è lo studio delle clean technologies nei comparti del packaging oltre che sulle fonti energetiche completamente rinnovabili quali l’idrogeno.


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