Nei giorni scorsi la Squadra Mobile di Bologna, a conclusione di un’intensa attività investigativa coordinata dalla locale Procura della Repubblica, ha dato esecuzione al fermo di indiziato di delitto nei confronti di un cittadino moldavo di 33 anni residente a Bologna, bracciante agricolo privo di occupazione e con precedenti di polizia, per aver compiuto atti idonei diretti in modo non equivoco a cagionare il decesso di un connazionale.
Le indagini prendevano avvio lo scorso 25 maggio a seguito dell’accoltellamento di un uomo in un quartiere periferico della città nei pressi di Via dello Spalto.
Dalle informazioni acquisite nell’immediatezza dei fatti si apprendeva che la vittima, pure di nazionalità moldava, mentre stava passeggiando in compagnia di due amici in via Mazzini, incontrava un conoscente al quale chiedeva il saldo di un vecchio debito. Di fronte al rifiuto insistente di assecondare la richiesta di denaro da parte del debitore, l’indagato, che si accompagnava al debitore, s’intrometteva nella lite e aggrediva la vittima minacciando di ucciderlo, e poi colpendolo con numerosi pugni e tre volte all’emitorace con un’arma da taglio.
Solo l’intervento degli amici riusciva a far desistere l’aggressore dal continuare l’azione criminosa e, a quel punto, si allontanava da quel luogo. Il ferito veniva trasportato nel cittadino ospedale Maggiore e immediatamente ricoverato in rianimazione in prognosi riservata.
Le attività investigative avviate repentinamente, anche con l’ausilio di supporti tecnici, permettevano di identificare l’autore del reato che, dopo il grave delitto, si rendeva irreperibile. Lo stesso, ben consapevole della sua colpevolezza, si nascondeva all’interno di un’azienda agricola del bolognese e stava progettando una fuga tramite autobus in Spagna acquistando i biglietti tramite prestanome.
L’attenta analisi del traffico di cella dell’utenza e il capillare pattugliamento del territorio consentivano il 31 maggio 2024 di rintracciarlo a Porta Lame mentre si trovava in compagnia dello stesso soggetto con cui la vittima aveva avuto la lite (il debitore). Al termine dell’attività come disposto dalla competente A.G., il fermato veniva associato presso la locale Casa circondariale.
Il Gip di Bologna, su richiesta della Procura della Repubblica, condividendo pienamente l’impianto accusatorio, ha confermato il fermo dell’indagato, applicando la custodia cautelare in carcere.