Il festival Crossroads festeggia la sua 25a edizione con un nuovo giro attorno al mondo delle musiche improvvisate (jazz e affini), con divagazioni etniche, cantautorali, sperimentali. E oltre a viaggiare simbolicamente da un continente all’altro grazie agli artisti ospiti, percorrerà invece assai concretamente tutta l’Emilia-Romagna: col suo dna di festival itinerante, dal 3 marzo al 13 luglio farà tappa in oltre venti comuni sull’intero territorio regionale con più di 60 concerti (per oltre 400 musicisti). Un programma talmente vasto da lasciare spazio alle grandi star italiane e internazionali (Enrico Rava, Paolo Fresu, Abdullah Ibrahim, Richard Galliano…), alle giovani promesse già in aria di celebrità (Matteo Mancuso, Frida Bollani Magoni), alle figure storiche (Don Moye, Uri Caine), ai nomi di più raro ascolto nel circuito festivaliero, ai talenti del territorio locale.
Crossroads 2024 è organizzato come sempre da Jazz Network in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura e Paesaggio della Regione Emilia-Romagna e con il sostegno del Ministero della Cultura e di numerose altre istituzioni. Crossroads fa parte di Jazzer powered by Gruppo Hera.
“Uno straordinario calendario di appuntamenti distribuiti in tanti luoghi della Regione, con nomi di primissimo piano e numerosi progetti e residenze”, commenta l’assessore regionale alla Cultura e Paesaggio, Mauro Felicori. “Al giro di boa del quarto di secolo, Crossroads si conferma una realtà solida nel panorama musicale dell’Emilia-Romagna, un appuntamento irrinunciabile che porta a vivere intensamente la magia dei concerti dal vivo, un’eccellenza della produzione culturale in regione. Il cartellone come al solito rispecchia la ricchezza e la varietà del jazz, proponendo un programma realmente di grande qualità e rappresentativo della musica creativa e improvvisata. Insomma, una vera festa per i tanti appassionati della nostra Regione: complimenti e auguri”.
“Nel nome il destino. Crossroads non smette di indagare in ogni direzione gli incroci, i crocevia, i bivi delle musiche creative come del territorio regionale. Ne esce ogni volta una mappa intricata di viali, strade, vicoli che si intrecciano l’un l’altro in mille rivoli, conducendo in luoghi, reali e ideali, disparati, molteplici, vari e variegati…” dichiara Sandra Costantini, direttrice artistica di Crossroads. “Man mano vedo crescere il calendario sotto gli occhi e quando questo festival nomade prende finalmente forma, ecco ripetersi la magia: percorsi zigzaganti tra le meraviglie di un vasto territorio, musica da ogni dove, interpreti da ogni latitudine, echi di mille influenze, una vera comunità artistica multipolare e democratica in un mondo che non lo è. Una boccata di ossigeno”.
Residenze artistiche
Crossroads prosegue nella consolidata abitudine di adottare alcuni dei più affermati solisti del jazz italiano, facendone quasi degli artisti “della casa”, coinvolgendoli in una girandola di concerti con progetti musicali sempre diversi.
Fabrizio Bosso, trombettista che stabilisce il canone aureo del jazz nostrano, si presenterà con progetti sia nuovi (come il duo col chitarrista Bebo Ferra: 27 aprile, Meldola, Teatro Comunale Dragoni) che ben collaudati, come il trio “Drumpet” con Lorenzo Tucci e Daniele Sorrentino (16 giugno, Bagnacavallo, Chiostro del Complesso di San Francesco) e la partnership con gli ottoni del Quartetto Saxofollia (27 giugno, Lugo, Arena del Carmine).
Un altro esuberante strumento d’ottone che spicca nel panorama nazionale è il trombone di Mauro Ottolini, musicista dall’incontenibile inventiva. Lo si ascolterà in un importante omaggio a Lester Bowie con un nonetto co-diretto assieme a Enrico Rava (5 aprile, Imola, Teatro Ebe Stignani); con i Licaones, scatenato quartetto con Francesco Bearzatti, Oscar Marchioni e Paolo Mappa (18 aprile, Modena, La Tenda); in un omaggio a Mingus con gli archi elettrificati dei Quintorigo (13 giugno, Parma, Casa della Musica); con la sua variopinta Orchestra Ottovolante, con tanto di ballerini di Gardadanze Studio, in una serata a suon di mambo e altri ritmi esotici (23 giugno, Rimini, Corte degli Agostiniani).
Ravenna Jazz
La presenza degli artisti residenti caratterizza anche il festival Ravenna Jazz, che si terrà dal 3 al 13 maggio e il cui programma confluisce nel cartellone di Crossroads. Ritroveremo infatti Mauro Ottolini in ben due occasioni: come ospite speciale, assieme alla pianista Francesca Tandoi, del quintetto del sassofonista Alessandro Scala (11 maggio, Mama’s Club), e poi ancora assieme al direttore Tommaso Vittorini, il beatboxer Alien Dee e il sassofonista Mauro Negri in “Pazzi di Jazz”, una produzione originale dedicata a Harry Belafonte che coinvolgerà una enorme compagine orchestrale e corale di giovanissimi musicisti (13 maggio, Teatro Alighieri).
L’Alighieri ospiterà gli appuntamenti di massimo rilievo del festival, caratterizzati da forti contrasti nelle dimensioni (dalle orchestre extralarge al solo) come nei contenuti musicali. Oltre a “Pazzi di Jazz” si ascolteranno infatti il pianista Abdullah Ibrahim, sommo rappresentante del jazz sudafricano (9 maggio), e l’Italian Jazz Orchestra diretta da Fabio Petretti con ospiti il cantante John De Leo e la pianista Rita Marcotulli, impegnati in una produzione originale dedicata a Elvis Presley (il 3).
Nei piccoli teatri e club cittadini spazio ad ascolti scapigliati e intraprendenti. Il Teatro Socjale di Piangipane ospiterà la torrenziale musicalità della violoncellista e cantante cubana Ana Carla Maza in duo (il 5); la voce di Petra Magoni e il contrabbasso Ferruccio Spinetti, ovvero il blasonato duetto Musica Nuda (il 7); una delle più autorevoli regine del canto afroamericano, Jazzmeia Horn (il 12). Ancora più peculiari gli ascolti al Cisim di Lido Adriano: le acrobazie canore del settetto vocale a cappella Anonima Armonisti (il 4); i virtuosismi in stile manouche senza limite di velocità del chitarrista tedesco Joscho Stephan, in trio (il 6); i lisergici ballabili al rallentatore del duo Opez (l’8); il quintetto del tastierista e cantante Sam Paglia, massima autorità della musica lounge all’italiana (il 10).
Jazz e libertà stilistiche all’italiana
Crossroads ha sempre dato ampio spazio alla musica improvvisata e creativa italiana, ospitandone democraticamente i più celebri esponenti, le nuove leve e gli artisti più insoliti. L’edizione 2024 sarà particolarmente ricca di proposte su questo fronte, tanto da comporre un vera guida esplorativa del jazz italiano.
Oltre ai già citati artisti residenti, altri big nazionali sbarcheranno sui palchi del festival: i trombettisti Paolo Fresu, nell’intramontabile duo col pianista cubano Omar Sosa (19 marzo, Sassuolo, Teatro Carani), ed Enrico Rava, con il suo più recente quintetto “The Fearless Five” (21 marzo, Sassuolo); i sassofonisti Javier Girotto, in duo col fisarmonicista Vince Abbracciante (14 marzo, Solarolo, Oratorio dell’Annunziata), Claudio Fasoli, in duo con il pianista Antonio Faraò (13 aprile, Piacenza, Milestone) e Daniele Sepe, col suo sestetto “Sepè le Mokò”, omaggio alle colonne sonore dei film di Totò (27 marzo, Fusignano, Auditorium Corelli). Tra i nomi italiani di primissimo piano va annoverato anche il giovanissimo ‘supereroe’ della chitarra Matteo Mancuso, ormai una star planetaria (col suo trio il 13 luglio a Rimini).
Le celebrità del jazz made in Italy proseguono con il pianista Danilo Rea, protagonista di una carte blanche al Teatro Comunale di Russi: il 25 aprile con un quartetto che affianca padri e figlie, per un gioco musicale d’alto livello in famiglia (con Roberto Gatto alla batteria e le voci di Oona Rea e Beatrice Gatto), e il 30 aprile in duo con il cantante Peppe Servillo per un espressivo binomio “Napoli e Jazz”. Ritroveremo poi sia Roberto Gatto, col nuovo quintetto “Time and Life” che rende omaggio a Tony Williams (17 maggio, Correggio, Teatro Asioli), che Peppe Servillo, in un tributo alle canzoni di Lucio Dalla in trio con Javier Girotto e il tastierista Natalio Mangalavite (22 giugno, Medicina, Parco Ca’ Nova).
Davvero vasto è il catalogo dei cantanti offerto dal festival, vario per nomi, stili, generazioni a confronto. Dalle vocalist che da più tempo dominano incontrastate la scena, capaci di rinnovarsi continuamente, alle voci giovani ma ormai già affermate: Maria Pia De Vito si presenterà in quintetto con un programma dalle tinte femministe (30 marzo, Ferrara, Jazz Club Torrione San Giovanni); in quintetto sarà anche Rossana Casale, col nuovo progetto “Almost Blue” (3 aprile, Medolla, Teatro Facchini); Karima, in quartetto, proporrà invece il suo ben affinato omaggio a Burt Bacharach (11 aprile, Fusignano); Frida Bollani Magoni sarà assieme ad Albert Eno in un duo di strumentisti cantanti, pianista lei, chitarrista lui (12 giugno, Parma). La parata delle voci femminili continua poi con l’omaggio jazzato a Lucio Dalla firmato da Costanza Alegiani, col suo trio Folkways (20 aprile, Dozza, Teatro Comunale); il trio della pianista-cantante Silvia Valtieri (21 aprile, Dozza); il duo della cantante e polistrumentista Eloisa Atti col chitarrista Marco Bovi, che ripercorrono in maniera antologica il loro lungo sodalizio (23 aprile, Mordano, Teatro Comunale); Laura Avanzolini, che esplora il lascito artistico di Carmen McRae in duo col pianista Emiliano Pintori (29 aprile, Mordano); notevole presenza canora maschile è quella di Joe Barbieri, col suo nuovo programma dedicato ai classici della canzone partenopea (19 aprile, Fusignano).
Spazio anche ai grandi organici orchestrali, dove i numeri contribuiscono all’effetto euforico della musica: la strumentazione jazz-sinfonica dell’Italian Jazz Orchestra diretta da Fabio Petretti sarà al centro di una produzione originale sulle musiche dei Beach Boys, con le parti canore affidate al gruppo vocale Baraonna (30 giugno, Rimini); un’altra produzione originale sarà presentata dalla On Time Band, all stars del jazz nazionale (19 maggio, Correggio); sarà invece incentrato sul repertorio di Mingus il concerto della Sarti Big Band diretta da Daniele Santimone e Tiziano Negrello (14 aprile, Modena).
Tra le proposte più insolite e ricercate vanno annoverati il quartetto Manomanouche, col suo jazz gitano che prende le mosse da Django Reinhardt (28 aprile, Massa Lombarda, Sala del Carmine); il quartetto Extended Singularity con le sue vorticose improvvisazioni su un repertorio jazz poco esplorato (16 maggio, Correggio); la band Zenophilia del batterista Zeno De Rossi con l’aggiunta della voce dell’americano Dean Bowman, icona della black music più impegnata (27 maggio, Correggio). Ci sono poi i cinque set che si ascolteranno in due serate al Cassero Teatro Comunale di Castel San Pietro Terme: il 6 aprile l’omaggio a Steve Lacy firmato da Roberto Ottaviano (sax), Danilo Gallo (contrabbasso) e Ferdinando Faraò (batteria) e quello a Gato Barbieri a opera del quartetto del sassofonista Germano Zenga; il 7 aprile il duo con Eugenio Colombo (sax) e Roberto Bartoli (contrabbasso), il solo della pianista Patrizia Scascitelli e il trio che li riunisce tutti per il finale.
Musiche di… indicazione geografica tipica
La sovrabbondanza di artisti italiani lascia poi spazio a un’altrettanto numerosa delegazione internazionale.
Gli Stati Uniti saranno rappresentati dal quartetto del pianista Marc Copland per quel che riguarda la madrelingua mainstream (16 marzo, Ferrara), mentre le evoluzioni più moderniste si ascolteranno dal più che espressivo Brass Express Trio del batterista Famoudou Don Moye (15 marzo, Fusignano) e dal trio del pianista Uri Caine con l’aggiunta vocale di Barbara Walker (21 maggio, Correggio).
Scendendo lungo il continente americano si intercettano il furore ritmico del trio del pianista cubano Roberto Fonseca (23 maggio, Correggio), la sovreccitante rivoluzione dei canoni afro-cubani realizzata dal trio del pianista Harold López-Nussa (31 maggio, Correggio) e, molto più a sud, il tango geneticamente modificato delle canzoni dell’argentino Melingo (3 marzo, Casalgrande, Teatro Fabrizio De André). Brasiliani per repertorio e (almeno per metà) anche nell’organico sono gli abbinamenti di voci e chitarre di Tati Valle e Cristina Renzetti (ovvero le As Madalenas: 29 marzo, Bologna, Camera Jazz&Music Club) e di Nilza Costa con Daniele Santimone (16 aprile, Mordano).
Con una sorvolata oceanica si arriva in Australia, da dove proviene la cantante-pianista Sarah McKenzie, il cui quartetto flirta con le sonorità brasiliane (7 marzo, Casalgrande).
C’è poi tanta Europa nei viaggi sonori di Crossroads. Dall’estremo nord del continente arrivano la cantante britannica Sarah Jane Morris, la cui raffinatezza interpretativa sarà adeguatamente sottolineata dalle note del Solis String Quartet (23 marzo, Sassuolo), e il Tingvall Trio, che espande la frontiera emozionale del jazz scandinavo (24 maggio, Correggio).
Dalla penisola iberica giungono varie proposte dall’impronta cantautorale: la voce della catalana Magalí Sare sarà sostenuta dal basso di Manel Fortià (9 marzo, Fusignano), mentre la vocalist portoghese Luísa Sobral (8 marzo, in duo) e suo fratello Salvador Sobral, anch’egli cantante (13 marzo), si esibiranno entrambi a Massa Lombarda. Dalla Spagna giunge anche il trio del pianista Daniel García, che applica l’improvvisazione e uno dei format più classici del jazz sui materiali musicali della sua terra (25 maggio, Correggio).
Dalla Francia arriva Richard Galliano, la cui fisarmonica è ormai oggetto di culto: il suo New York Tango Trio mischia le carte dei generi e della geografia (10 aprile, Imola). Il duo formato dalla cantante Laurianne Langevin e il pianista Cyrille Doublet ripercorre invece la storia della canzone francese (28 marzo, Modena). La cantante Cyrille Aimée è artefice del più attuale connubio tra jazz e pop song, col quale ha conquistato le scene statunitensi (30 maggio, Correggio).
La cantante svizzera Tatiana Eva-Marie si ispira esteticamente al jazz gitano, musica di matrice tipicamente francese, da lei esportato negli USA, dove ha formato la Avalon Jazz Band (14 giugno, Parma).
E mentre è facile collocare geograficamente nel cuore del continente il duo dei tedeschi Michael e Lorenzo Riessler, fautori di vorticose acrobazie di clarinetto e batteria con elettronica (24 marzo, Fusignano), volutamente molteplice è l’identità geografica ed estetica del trio che unisce gli sperimentatori olandesi Ernst Reijseger (violoncello) e Harmen Fraanje (pianoforte) con il cantante senegalese Mola Sylla (18 maggio, Correggio).