In Emilia-Romagna cresce il numero delle imprese femminili e supera i livelli pre-pandemia, a differenza di quanto avviene per le società non femminili.
E’ quanto emerge dai dati del Registro delle imprese delle Camere di commercio di fonte InfoCamere elaborati da Unioncamere Emilia-Romagna.
Al 30 giugno 2021 le imprese femminili attive in Emilia-Romagna risultavano essere pari a 85.104, 768 in più (+0,9 per cento) rispetto allo stesso periodo del 2020 e, soprattutto, 243 in più (+0,3 per cento) con riferimento al 30 giugno 2019. L’andamento delle imprese femminili differisce da quello delle imprese non femminili che contavano a fine giugno 1.440 società in meno (-0,5 per cento) rispetto al periodo pre-pandemico.
Le imprese femminili rappresentano il 21,3 per cento del totale delle società regionali; dieci anni fa la percentuale era di poco inferiore, 21 per cento.
La maggior dinamica dell’imprenditoria femminile potrà trarre ulteriore impulso dal Fondo regionale per l’imprenditoria femminile e women new deal voluto dalla Regione Emilia-Romagna e attivato da metà settembre con l’obiettivo di favorire il consolidamento, lo sviluppo e l’avvio di attività imprenditoriali a conduzione femminile o con maggioranza dei soci donne.
Le azioni a sostegno dell’imprenditoria femminile risultano ancora più rilevanti se si analizzano i dati più approfonditamente. Se è vero che il dato complessivo evidenzia una ripresa del numero delle società, la disaggregazione segnala un calo abbastanza consistente delle aziende femminili giovanili, -3,3 per cento il confronto tra il 2021 e il 2019; con riferimento alle imprese giovanili non femminili in calo si è fermato al -1,1 per cento. Va comunque sottolineato che tra le imprese femminili la quota delle giovanili è del 9 per cento, superiore al 6 per cento delle altre società.
Una forte dicotomia riguarda la nazionalità delle imprenditrici. Sempre con riferimento al confronto 2021 rispetto al 2019, le imprese con titolari italiane sono diminuite dello 0,8 per cento, quelle capitanate da straniere hanno segnato un incremento del 7,4 per cento. Ogni 100 imprese femminili 14 sono a guida straniera, percentuale che per le non femminili è al 12,7 per cento.
Dinamiche differenti si riscontrano anche guardando ai settori.
Aumentano le imprese femminili nei servizi alle imprese (+5,5 per cento, 2021 rispetto al 2019) e nelle costruzioni (+3,4 per cento), tengono nei servizi alle persone, calano negli altri comparti. Nel commercio la diminuzione è dell’1,6 per cento, nell’alloggio e ristorazione la flessione si attesta allo 0,9 per cento. Le imprese femminili giovanili crescono nel settore agricolo e nei servizi alle imprese; agricoltura e servizi alle imprese sono anche in comparti nei quali le imprese femminili straniere registrano gli aumenti più elevati.