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Usano account della mamma per vendite fantasma su Facebook. Denunciate nel reggianoUtilizzando l’account Facebook della madre hanno pubblicato su Marketplace di Facebook annunci che trattavano la vendita di stivali da donna di una prestigiosa marca. Grazie a questi annunci esca, una carta prepagata dove ricevere i soldi e l’utenza telefonica dove essere contattate, due sorelle – mettendo a rischio la fedina penale della madre – sono riuscite ad insediarsi sul social Facebook. Le trattative inizialmente venivano avviate con il servizio di messaggeria del social per poi proseguire via WhatsApp grazie al numero che veniva fornito all’acquirente. Quando sulla carta prepagata veniva accreditato l’importo richiesto, al pagamento non corrispondeva la spedizione della merce. Quando l’acquirente lamentava il ritardo, dapprima la venditrice rassicurava per bloccava il contatto su WhatsApp.

Due sorelle di 32 e 26 anni, entrambe residenti a Sant’Ilario d’Enza, sono state però identificate dai carabinieri della stazione di Boretto che le hanno denunciate alla Procura di Reggio Emilia per il reato di concorso in  truffa.

Una ha portato avanti la trattativa l’altra intestataria della postepay ha incassato il provento della truffa. La vittima, una casalinga 31enne di Boretto, volendosi regalare degli stivali della UGG, dopo aver visto su Marketplace di Facebook un annuncio trattante la vendita di quanto cercato, ha contattato prima dalla messaggistica del social e poi via WhatsApp l’inserzionista concordando l’acquisto di quanto venduto per l’importo di 80 euro. Dopo aver versato il corrispettivo dovuto non vedendo arrivare gli stivali ha contattato nuovamente la venditrice che dopo averla rassicurata sulla spedizione la bloccava in modo tale da non essere più chiamata. Materializzato di essere rimasta vittima di un raggiro la donna si è presentata ai carabinieri della stazione di Boretto formalizzando la denuncia.

Dopo una serie di riscontri tra la carta prepagata dove erano confluiti i soldi e l’utenza telefonica attraverso la quale correvano le trattative, i carabinieri catalizzavano le attenzioni investigative sulle due sorelle a carico delle quali  venivano acquisiti una serie di incontrovertibili elementi di responsabilità per il reato di concorso in truffa, per la cui ipotesi di reato venivano quindi denunciate.


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