Pubblicava annunci esca su noti siti internet di annunci portando avanti via WhatsApp la trattativa concernente la vendita di lotti di monete da collezione. Una volta incassato il danaro delle “vendite fantasma” comprensivi dei costi di spedizione spariva nel nulla raggirando l’acquirente. In questo modo il filibustiere dalla provincia di Alessandria ha raggirato anche un reggiano che ha risposto all’annuncio concernente la vendita di 32 pezzi di monete da 500 lire in argento, che ha pagato 150 euro più le spese di spedizione ammontanti a 10 euro versando l’intero corrispettivo senza vedersi consegnare le monete in quanto il furbastro truffatore incassato il danaro ha bidonato l’acquirente non consegnando quanto acquistato e sparendo nel nulla. Per questo i carabinieri della stazione di Novellara Poviglio, a cui il collezionista reggiano ha sporto denuncia, a conclusione di mirate indagini telematiche, hanno denunciato per concorso in truffa alla Procura reggiana un uomo abitante nell’alessandrino.
Si tratta di un 36enne di Alessandria risultato l’autore dell’inserzione, colui che ha portato avanti la trattativa e colui che ha intascato i soldi. Le indagini sono partite a seguito della denuncia presentata da un 59enne reggiano che aveva acquistato su un noto sito internet di annunci 32 monete in argento da 500 lire.
Dopo aver intavolato via WhatsApp la trattativa riusciva a concludere l’acquisto delle monete per un importo di 150 euro più 10 euro per le spese di spedizione che versava, secondo quanto pattuito, sul carta ricaricabile indicatagli dal venditore. All’accredito dell’importo non è però corrisposta la consegna delle monete in quanto il venditore spariva nel nulla bidonando il malcapitato reggiano.
Materializzato di essere rimasto vittima di una truffa l’uomo si presentava ai carabinieri di Novellara formalizzando la denuncia per truffa. Dopo una serie di riscontri tra l’utenza telefonica dove veniva intavolata la trattativa e la carta ricaricabile dove erano stati versati i soldi i carabinieri catalizzavano le attenzioni investigative sull’indagato nei cui confronti venivano acquisiti incontrovertibili elementi di responsabilità in ordine al reato di truffa per la cui ipotesi di reato veniva denunciato.