Il forte temporale del 15 settembre scorso ha causato seri danni al manto di copertura del Santuario della Beata Vergine del Castello di Fiorano e si è dovuto intervenire con urgenza per mettere in sicurezza una grande e pesante lastra in piombo che rischiava di precipitare.
“L’intervento tempestivo ed efficace dei Vigili del Fuoco, effettuato con l’autogru – spiega Mons. Giuliano Gazzetti, Vicario Generale – ha permesso non solo di rimuovere il pericolo incombente ed immediato, ma anche di constatare che tutto il rivestimento della cupola centrale della basilica presenta diffusi sollevamenti e deformazioni delle lastre in piombo, non visibili da terra.
Al fine di garantire l’incolumità dei fedeli e di coloro che quotidianamente visitano il santuario, in accordo con le autorità, si è deciso d’interdire l’accesso e trasferire in chiesa parrocchiale tutte le cerimonie già programmate.
Venerdì 22 settembre una ditta specializzata – con la supervisione di un tecnico professionista – ha effettuato l’ispezione generale della cupola con mezzi appositi e ha fissato alcune lastre che presentavano distacchi dall’assito ligneo. Questa operazione ha permesso di ristabilire le condizioni di sicurezza per riaprire il santuario al pubblico, tuttavia la situazione generale della copertura è apparsa bisognosa di un intervento più profondo e radicale di ristrutturazione, da programmare nei prossimi mesi.
In considerazione del rilevante valore spirituale, religioso e culturale della basilica, sarà direttamente l’Arcidiocesi di Modena-Nonantola, con i suoi uffici e organismi preposti, in collaborazione con la parrocchia di Fiorano, ad occuparsi della complessa operazione. In accordo con don Antonio Lumare, rettore della Basilica minore, sarà incaricato un tecnico esperto che, dopo aver analizzato sia il manto in piombo sia la struttura lignea della cupola, redigerà un progetto di restauro da sottoporre all’autorizzazione della competente Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Bologna.
Assieme alla parrocchia – aggiunge Mons. Gazzetti – la diocesi si impegna altresì a coinvolgere istituzioni pubbliche, privati, sponsor, benefattori per reperire le risorse necessarie a sostenere l’intervento.
Nel frattempo il santuario viene riaperto al pubblico culto, mantenendo attivo il monitoraggio delle condizioni conservative della copertura fino all’inizio del cantiere”.