Sottoposto alla misura cautelare del divieto di avvicinamento con l’applicazione del braccialetto elettronico per plurimi episodi maltrattanti nei confronti della moglie, è finito nuovamente nei guai in quanto arrestato dai carabinieri di Rubiera che l’hanno colto in flagranza del reato di violazione della misura cautelare a cui era sottoposto.
Nel dettaglio l’uomo era finito nei guai nel giugno dell’anno scorso quando aveva minacciato l’ex moglie di morte, dicendole di avere un “ferro” in macchina, telefonandole sul luogo di lavoro e inviandole un audio avvertendola che stava arrivando. Arrivato dove lavorava la donna, non potendo entrare, sbatteva violentemente i pugni contro la vetrata della porta d’ingresso e minacciandola di morte. Nell’occasione il 56enne, veniva bloccato dai carabinieri che lo trovavano in possesso di una chiave inglese in acciaio avente una lunghezza di cm 40 totali. Gravi condotte maltrattanti quelle riscontrate dai carabinieri, che vedevano la Procura ottenere dal GIP del Tribunale di Reggio Emilia l’applicazione nei confronti dell’uomo della misura cautelare del gli arresti domiciliari, disponendo l’applicazione del braccialetto elettronico.
A settembre 2024 veniva sottoposto alla misura sostitutiva del divieto di avvicinamento, che violava l’altra mattina quando i carabinieri di Rubiera interveniva su richiesta della ex moglie che lo aveva notato all’esterno del proprio posto di lavoro. Avendo violato il divieto di avvicinamento, l’uomo veniva arrestato e ristretto a disposizione la Procura reggiana. Gli accertamenti relativi al procedimento, in fase di indagini preliminari, proseguiranno per i consueti approfondimenti investigativi al fine delle valutazioni e determinazioni inerenti all’esercizio dell’azione penale.