MATERA (ITALPRESS) – Colmare il divario di genere rappresenta una delle sfide più significative per promuovere una crescita economica inclusiva. Secondo stime del World Economic Forum, infatti, nonostante alcuni progressi in Europa, ci vorranno ancora 67 anni per raggiungere la piena parità di genere. L’Italia, in particolare, si colloca all’87° posto nel ranking globale secondo il WEF Gender Gap Index Report, registrando un punteggio in crescita rispetto al 2014 ma rimanendo comunque al di sotto della media europea. Risultati simili sono ottenuti nel Gender Equality Index dove l’Italia – che ha registrato un notevole progresso dal 2013 – si colloca al 13° posto su 27 Paesi analizzati, totalizzando un punteggio complessivo anche in questo inferiore alla media europea (68,2 punti vs 70,2). Con tali premesse, appare fondamentale favorire iniziative e politiche a sostegno dell’emancipazione femminile che possano contribuire a ridurre la disuguaglianza. Questo è quanto emerge dal position paper di Deloitte in collaborazione con le W7 Chairs, presentato in occasione della Ministeriale di Matera sulle Pari Opportunità dedicata all’Empowerment Finanziario Femminile.
“Investire in progetti a favore delle donne, come i Gender Bond o il microcredito, può contribuire a generare risultati tangibili, favorendo l’accesso al capitale, riducendo la disuguaglianza salariale e aumentando la rappresentanza femminile in posizioni decisionali – afferma Fabio Pompei, CEO di Deloitte Central Mediterranean -. Il contributo delle donne al mondo del lavoro è essenziale e lo sarà sempre di più, soprattutto se vogliamo favorire una crescita inclusiva e sostenibile delle economie del G7”.
Il position paper di Deloitte sul Financial Empowerment evidenzia come, nonostante la pandemia di COVID-19 e le crisi geopolitiche abbiano rallentato i progressi verso la parità di genere, vi siano stati miglioramenti moderati. Secondo il Global Gender Gap Index e il Gender Equality Index, rispettivamente gli strumenti che permettono di misurare la portata delle disparità di genere a livello mondiale, tra i Paesi membri dell’Unione Europea, a livello internazionale paesi come Islanda, Finlandia e Norvegia continuano a guidare la classifica per la parità di genere, mentre l’Italia ha fatto progressi significativi in ambito sanitario e formativo, rimanendo tuttavia indietro nei settori del lavoro e della retribuzione.
Claudia Segre, Co-Chair del W7, aggiunge: “Supportare l’empowerment finanziario femminile non è solo un diritto fondamentale, ma anche un passo cruciale per colmare il divario di genere e costruire un futuro prospero per l’intera società. L’alfabetizzazione finanziaria delle donne in tutta la loro diversità deve essere una priorità per il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030”.
“L’Italia ha l’opportunità di accelerare il progresso verso la parità di genere. Attraverso politiche ambiziose e concrete, è possibile favorire una crescita economica più equa e inclusiva, permettendo a tutte le donne di esprimere pienamente il loro potenziale e contribuire al futuro del Paese”, conclude Fabio Pompei.
– foto ufficio stampa Deloitte –
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